Vaccini anti-Covid: tutto ciò che bisogna sapere


Come funzionano, quando arriveranno, a chi verranno somministrati, quali sono gli effetti collaterali riscontrati finora.
Tutti lo aspettavano come l’unica soluzione possibile per uscire dall’incubo. E adesso che sta per arrivare, quasi la metà degli italiani si dice perplessa riguardo all’opportunità di fare il vaccino anti-Covid. Forse, per il timore di effetti collaterali, c’è chi preferisce che la campagna inizi dagli altri per vedere cosa succede. Molto probabile che chi sceglierà di farsi vaccinare riceva una sorta di patentino, cioè un certificato che attesta l’avvenuta vaccinazione.
Ecco, allora, tutto quello che bisogna sapere sul vaccino contro il coronavirus. O meglio «sui vaccini», perché ad oggi sono tre i sieri tenuti in considerazione dall’Italia tramite l’Unione europea, ovvero:
- il vaccino AstraZeneca, prodotto dalla multinazionale anglo-svedese insieme allo Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con la Irbm di Pomezia;
- il vaccino Pfizer-BionTech, già arrivato alla fine della fase 3 di sperimentazione ed in procinto di arrivare in Italia;
- il vaccino Moderna, prodotto con il National Institute of Health degli Stati Uniti.
L’Unione europea ha già messo le mani sui tre vaccini. Con AstraZeneca ha firmato un accordo per 400 milioni di dosi, di cui 70 milioni sono destinati all’Italia al prezzo di 2,80 euro l’una. Anche con Pfizer c’è un’intesa, questa volta per 200 milioni di dosi (più altre 100 opzionali), delle quali 27 milioni arriveranno nel nostro Paese ad un costo di 16,50 euro l’una. Con Moderna, infine, esiste al momento un preaccordo per l’acquisto di 160 milioni di dosi. Il costo: circa 20 euro a dose. In Italia, l’avvio della campagna di vaccinazione è previsto per la fine di gennaio. Ad essere immunizzati per primi saranno gli operatori sanitari e gli anziani delle Rsa. Entro la fine di settembre 2021 si spera di distribuire il vaccino a vasta scala sul resto della popolazione.
Il vaccino di Pfizer e di Moderna si basano sul concetto dell’Rna codificante per proteine del virus. In pratica, dopo essere stato inoculato, il vaccino trasporta nelle cellule il mRna o Rna messaggero, vale a dire delle nanoparticelle di grasso che circondano una striscia di materiale genetico. Questo mRna «insegna» alle cellule a produrre una proteina Spike del SarsCov2 affinché si attivino gli anticorpi. Si ha, in questo modo, la risposta immunitaria.
Il vaccino di AstraZeneca, invece, si basa sui vettori virali. In pratica, utilizza un vettore di scimpanzé con deficit di replicazione che si basa su una versione più debole dell’adenovirus. Contiene il materiale genetico della proteina Spike di Sars-CoV-2. La proteina attiva il sistema immunitario per attaccare il Covid in caso di contagio.
Tutti i vaccini hanno bisogno di una doppia dose. Nello specifico:
- il vaccino Pfizer: due dosi a distanza di 21 giorni;
- il vaccino Moderna: due dosi a distanza di un mese;
- il vaccino AstraZeneca: due dosi a distanza di alcune settimane.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, quelli finora riscontrati hanno interessato una percentuale di volontari molto bassa e consistono in febbre alta, dolori muscolari, fatica, dolori alle articolazioni e mal di testa. Tutti effetti che svaniscono in breve tempo e che non compromettono l’efficacia dei vaccini.