Covid: c’è l’obbligo di vedere i figli anche in zona rossa


Le misure anti-Covid non esonerano i genitori separati dallo spostarsi da una Regione ad un’altra per incontrare i minori. Con alcuni limiti.
Il divieto di mobilità nelle zone rosse o arancioni imposto dalle misure anti-Covid può impedire ad un genitore separato di rispettare l’obbligo e il diritto di incontrare i propri figli? Il problema si pone, soprattutto, se entrambi abitano in Comuni o in territori diversi, magari appartenenti alle Regioni in cui le restrizioni sono più severe.
Al centro della questione c’è il dovere del genitore di garantire ai figli il proprio contributo alla crescita attraverso una regolare frequentazione. In realtà, gli ultimi decreti della Presidenza del Consiglio non contengono alcuna limitazione in merito. Significa che andare a trovare i figli minorenni con le modalità disposte dai giudici dopo la separazione o il divorzio devono rientrare nei motivi di comprovata necessità previsti dalle norme anti-Covid ed inseriti nell’autocertificazione. Lo conferma lo stesso Governo in una delle Faq presenti sul suo sito: «Anche nelle zone rosse o arancioni gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche tra Comuni di aree differenti».
Ci sono, comunque, dei limiti. Il primo, di tipo sanitario: il genitore non potrebbe incontrare il figlio se si trova in quarantena. In questo modo, non potrebbe essere accusato dall’ex coniuge di non aver voluto vedere il minore.
L’altro limite lo detta, oltre alla normativa, anche il buon senso: per recarsi dai figli, il genitore può anche uscire dalla propria Regione purché compia il tragitto più breve tra la sua abitazione e quella in cui si trovano i ragazzi. Insomma, chi abita a Napoli e deve incontrare i minori a Roma, non può sfruttare l’occasione per farsi un giro in Abruzzo.