Mobilità tra le Regioni, scuole superiori, shopping, bar e ristoranti, zone rosse: tutti i punti su cui sta lavorando il Governo in vista delle feste.
Mentre il premier Giuseppe Conte ed il ministro della Salute, Roberto Speranza, scelgono la linea diplomatica per far digerire agli italiani le misure anti-Covid in arrivo durante il periodo delle feste, la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, non usa mezzi termini nel parlare del Dpcm che il Governo approverà per il Natale: «Saremo molto severi, non possiamo permettere che si riveda il film dell’estate», avverte. E, in effetti, le ultime novità che emergono sul provvedimento al vaglio dell’Esecutivo vanno in quella direzione.
Partiamo dalle parziali riaperture. Nel decreto dovrebbe essere prevista la possibilità di fare shopping nei negozi dal 4 dicembre, cioè dal giorno in cui entrerà in vigore il nuovo Dpcm. L’orario potrebbe essere prolungato fino alle 22 per evitare assembramenti durante la giornata. Dovrebbero riprendere nel fine settimana anche i centri commerciali, ma solo se garantiscono ingressi contingentati.
Bar e ristoranti resteranno chiusi nelle zone rosse; in quelle gialle, potrebbero riaprire anche alla sera, ma solo fino al periodo delle feste: durante i giorni del Natale, infatti, non potranno lavorare. Al momento, sfuma anche l’idea di poter andare a pranzo a mezzogiorno nelle zone arancioni.
Gli studenti che frequentano le scuole superiori e le università rimarranno a casa almeno fino al 7 gennaio: avanti, dunque, con la didattica a distanza per tutto il mese di dicembre.
Altro aspetto che interessa milioni di italiani è quello della mobilità, specialmente di chi vorrebbe raggiungere i parenti stretti per trascorrere insieme il Natale o il Capodanno. La principale novità è che potrebbe essere concesso in alcuni casi di spostarsi da una Regione all’altra, in via eccezionale e se i dati sull’andamento della pandemia lo consentiranno. Quello che si vorrebbe evitare è che questa deroga desse il via a esodi di massa, com’è già successo durante l’estate. Il Governo, dunque, fisserà dei paletti per stabilire chi si può muovere e verso quale destinazione.
A tal proposito, un’altra delle ipotesi è quella di chiudere determinate zone del Paese senza coinvolgere l’intera Regione. Ad esempio, e giusto per citare il territorio più colpito dal Covid, la Lombardia potrebbe diventare zona arancione o gialla lasciando blindate solo le province o le città maggiormente a rischio, in cui ci sarà il divieto di spostamento e di riapertura di bar, negozi o ristoranti. Nell’ultima riunione tra ministero della Salute ed enti territoriali, è stata ribadita «la centralità della valutazione Regionale nella classificazione del rischio a livello sub-regionale e la declinazione in senso più stringente degli interventi di mitigazione su scala provinciale e locale».
Infine, il Comitato tecnico-scientifico dovrebbe valutare la possibilità di riaprire al 50% gli impianti di risalita nelle stazioni sciistiche, imponendo comunque l’obbligo di indossare la mascherina e la vendita degli abbonamenti online. Troverà, però, l’opposizione del premier, Giuseppe Conte, contrario alla riapertura delle piste.