Dagli occhi una nuova speranza di bloccare il decorso della malattia.
Per gli umanisti sono lo specchio dell’anima, per gli scienziati una possibile fonte di cura della sclerosi multipla. Gli occhi conterrebbero, infatti, particolari cellule in grado di mettere un freno ai fenomeni di neurodegenerazione della malattia. Lo dice uno studio dell’Irccs Fondazione Bietti, portato avanti insieme ai colleghi dell’l’Irccs Neuromed e della Clinica neurologica dell’Università di Tor Vergata.
I risultati, resi possibili anche grazie al supporto del ministero della Salute e della Fondazione Roma, sono freschi di pubblicazione sul Journal of Clinical Medicine.
Il segreto per il contrasto alla sclerosi può essere nella retina e nelle sue cellule bipolari, secondo il team di ricercatori. Le cellule bipolari fungono da ponte tra i fotorecettori della retina, che captano gli stimoli luminosi e li traducono in segnali elettrici, e le cellule ganglionari, che trasmettono gli input dall’occhio al cervello.
Malattie neurodegenerative come la sclerosi comportano una progressiva degradazione delle cellule del sistema nervoso centrale. La sclerosi intacca anche le cellule ganglionari della retina ma, secondo gli studiosi, si potrebbe riuscire a bloccare prima il processo degenerativo. E cioè all’altezza delle cellule bipolari che potrebbero fare da barriera.
Questo, secondo i ricercatori, apre nuove prospettive rispetto alla possibilità di frenare l’avanzata dei processi neurodegenerativi, attenuando le forme di disabilità di chi è affetto da sclerosi.