L’azienda produttrice spiega che è ben tollerato e produce una buona risposta, in termini di produzione di anticorpi.
Primi esiti dei test del vaccino anti-Covid Reithera. L’industria che lo produce ha sede a Castel Romano, nell’hinterland della capitale. È ancora alla fase 1 della sperimentazione, ma i risultati per ora sono buoni, dice l’azienda.
Il vaccino contro il Coronavirus, somministrato a un primo gruppo di volontari, «è ben tollerato e induce risposta immunitaria nei soggetti sani di età compresa tra i 18 e i 55 anni». Adesso, inizieranno i test su un secondo gruppo, tra i 65 e gli 85 anni.
Alla sperimentazione collabora l’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Finanziamenti sono arrivati dalla Regione Lazio e dal ministero della Ricerca.
Sicurezza e anticorpi
Reithera informa che si sta procedendo come da tabella di marcia. I risultati sono buoni perché, a dire della società che sta portando avanti la sperimentazione, il vaccino avrebbe «generato, a tutte e tre le dosi testate, anticorpi che si legano alla proteina Spike del virus oltre a linfociti T specifici».
L’azienda di Castel Romano, oltre a questi test, sta lavorando con Leukocare in Germania, al vaccino Grad-cov2 e con Univercells in Belgio, per permettere una produzione del vaccino ampia e veloce. Il vaccino di Reithera, dicono dalla società, «è basato su un vettore adenovirale (chiamato Grad), derivante dalle scimmie (gorilla) e modificato affinché non possa replicarsi».
«I primi dati sul candidato vaccino italiano Grad-Cov2, sono un raggio di sole in queste settimane così dure e premiano il lavoro di un gruppo di ricerca di altissimo livello – ha detto all’Adnkronos Salute Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani -. Le prime indicazioni ci dicono che questo vaccino è sicuro e induce una consistente risposta immunitaria, con la produzione sia di anticorpi neutralizzanti specifici e con l’attivazione di una forte risposta da parte dei linfociti T».
Per il vaccino Reithera, i tempi sono comunque lunghi, dal momento che si deve ancora procedere alla fase 2 e 3 della sperimentazione. Secondo Ippolito, arriverà entro l’estate. I colossi americani Pfizer e Moderna promettono, invece, che le prime dosi dei loro sieri saranno pronte a breve.
Le prime dosi in America ed Europa
«Le vaccinazioni contro il Covid potrebbero cominciare tra il 12 e il 15 dicembre negli Usa ma anche in Italia – ha detto in un’intervista al quotidiano La Stampa Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases americano -. C’è ancora un po’ di confusione sui dosaggi di AstraZeneca, quindi è prematuro giudicare. Pfizer invece ha chiesto l’autorizzazione d’emergenza e presto lo farà pure Moderna. Ci aspettiamo, anche se non è garantito, che a metà dicembre avremo le prime dosi disponibili, tra il 12 o il 15. Di sicuro negli Usa la distribuzione inizierà prima di fine anno».
Questo è possibile anche in Italia e più in generale in Europa, secondo Fauci, perché le due aziende hanno firmato dei contratti con l’Unione europea. «La decisione finale spetta alle aziende e le autorità locali – precisa Fauci – ma la mia impressione è che siano pronte».
Dubbi, invece, sui vaccini di Russia e Cina. «Ho sentito affermazioni di una efficacia significativa. È possibile, ma per provarlo servono dati che io non ho visto», afferma l’immunologo, che sottolinea l’importanza della copertura vaccinale.
Si raggiungerà l’immunità solo «quando avremo vaccinato la maggioranza della popolazione che vuole farlo – spiega -, verso la fine del secondo trimestre del 2021, cioè tra la primavera e l’estate. In autunno non saremo ancora alla normalità completa, ma quasi. È decisivo però che si vaccini la maggioranza della popolazione, intorno al 70 per cento, perché altrimenti l’epidemia continua a l’operazione fallisce».
Per Fauci, bisognerebbe «adottare subito con maggior serietà le misure per frenare i contagi. Quanto state facendo in Italia è giusto, ma forse bisognerà tenere chiusi bar e ristoranti e passare il Natale a casa solo con i familiari stretti».