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Covid: quanto attacca i bambini

24 Novembre 2020
Covid: quanto attacca i bambini

Uno studio restituisce la percentuale di piccoli infettati e spiega in quali casi è stato più probabile che i bimbi si siano contagiati.

La pandemia si è accanita più sugli anziani che sui bambini e questo, ormai, è un dato di fatto. Quello che non si sapeva è in quali circostanze i bimbi corrano maggiori rischi di infettarsi. Prova a ricostruirlo uno studio appena pubblicato sul Journal of American Medical Association Pediatrics, portato avanti dal Children’s Hospital di Philadelphia.

L’analisi è stata condotta su 135mila bimbi curati da sette ospedali americani, tra l’inizio dell’emergenza Coronavirus e il mese di settembre. Setacciando i numeri dei contagi, ricoveri e decessi di piccoli pazienti statunitensi, il team di ricercatori è arrivato ad alcune conclusioni. Risulta che i bambini positivi erano 5.374, il 4% del totale; di questi 359 sono stati ricoverati in ospedali e strutture cliniche, 99 sono finiti in terapia intensiva e 8 sono morti.

Un dato che il team di ricerca ha rilevato riguarda la prevalenza di contagi tra bimbi di colore, asiatici e ispanici. Secondo Hanieh Razzaghi, del Children’s Hospital di Philadelphia, «i bambini neri avevano una probabilità 2,66 volte più elevata rispetto alla media di restituire un esito positivo. Ispanici e asiatici sembravano associati a una probabilità di risultare infetti rispettivamente 3,75 e 2,04 volte superiore».

Quanto alla possibilità di contrarre l’infezione in forma più grave, non si registra alcuna differenza con gli adulti: i piccoli con cosiddette «comorbilità», patologie che sommate al Covid possono dare luogo a complicazioni, sono quelli che corrono i rischi più gravi. Su otto bambini morti, sei soffrivano di malattie che hanno reso il quadro clinico più complesso fin dall’inizio. Ma se questo dato era in qualche modo intuibile, data l’esperienza di questi mesi, quello che non si immaginava è che bambini con alcune patologie corrono non solo un maggior rischio di aggravarsi ma anche di prendere il virus.

«Problemi cardiaci erano associati al 18 per cento di possibilità di risultare positivi – sostiene Razzaghi –. Condizioni di cattiva salute mentale erano invece legate a un aumento del 20 per cento. Asma e problematiche respiratorie non sembravano invece influire sull’esito dei test».

Resta senza risposta la domande delle domande: perché i bambini si contagiano meno? «Il motivo potrebbe essere legato al modo in cui il loro sistema immunitario reagisce dopo l’infezione», spiega Razzaghi. Bisognerà, però, continuare ad approfondire per rispondere con certezza.



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