La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen: «Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel».
L’Europa ha firmato contratti con sei aziende farmaceutiche per ottenere il vaccino contro il Coronavirus. «I primi cittadini europei potrebbero essere vaccinati ancora prima della fine di dicembre», ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. Un passo di importanza vitale per dare un duro colpo alla pandemia.
Von Der Leyen avverte: bisogna farsi trovare pronti a gestire la macchina delle vaccinazioni. C’è molto lavoro da fare. «Gli Stati membri si devono preparare – afferma la presidente -. Si parla di milioni di siringhe, di catena del freddo, di organizzare centri di vaccinazione e qualificare personale per farlo. Tutto questo va preparato. Gli Stati devono approntare la logistica per il dispiegamento di centinaia di milioni di dosi di vaccini».
La sfida è imponente e decisiva. «Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel», ha commentato Von Der Leyen. Ieri il commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, su richiesta del ministero della Salute, ha avviato la richiesta di offerta per comprare più di cento milioni di siringhe. Inoltre è stata appena bandita la procedura per l’acquisto del diluente salino (oltre cinque milioni di fiale) necessario per somministrare alcuni tipi di vaccino.
La presidente della Commissione europea chiede di essere pazienti: i divieti servono per evitare di ritrovarsi con una pressione ingestibile sui sistemi sanitari europei. «So che chi ha negozi, bar, ristoranti, vuole la fine delle restrizioni, ma dobbiamo trarre insegnamenti dall’estate evitando di ripetere gli stessi errori. Un rilassamento troppo celere ed eccessivo delle misure può diventare un rischio per una terza ondata di contagi dopo Natale».
Von Der Leyen, intervenendo al Parlamento europeo, ha fatto dichiarazioni anche sul negoziato con il Regno Unito, per concordare le modalità di uscita dall’Ue. «Sono giornate decisive – ha detto – ma ad oggi non posso dire se alla fine arriveremo ad un accordo. Si sono fatti progressi, abbiamo delineato un possibile testo definitivo». Restano, però, tre nodi da sciogliere: level playing field, governance e pesca, questioni ancora tutte da definire. «Faremo il possibile per trovare un accordo. Siamo disposti a essere creativi ma non a mettere a rischio il mercato unico».
Sui veti di Polonia e Ungheria al Recovery Fund, la numero uno della Commissione Ue ha detto che la condizionalità sulle violazioni dello stato di diritto è «corretta, necessaria, proporzionale. Difficile pensare che qualcuno abbia da ridire su questa soluzione. Ma se restano i dubbi si può adire la Corte di giustizia europea».