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Covid: ad oggi tutte le Regioni in zona gialla

27 Novembre 2020 | Autore:
Covid: ad oggi tutte le Regioni in zona gialla

L’Rt nazionale si colloca di poco sopra l’1, ma ben al di sotto della soglia per diventare arancioni o gialli. Oggi, possibili cambiamenti di colore.

Tecnicamente, le Regioni rosse non esistono più. E nemmeno quelle arancioni. Stando a guardare l’indice Rt ad oggi, l’intero Paese può essere classificato come zona gialla. Altro discorso è che Governo e governatori si comportino di conseguenza, cioè allentino le restrizioni anti-Covid più severe.

Questa è una delle battaglie che si combattono proprio oggi, giornata in cui la Cabina di regia alla quale partecipano il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, valuterà i nuovi dati sull’andamento della pandemia in Italia. In pratica, l’Rt nazionale è a 1,03 contro l’1,18 della scorsa settimana. Guardando singoli valori, non c’è più alcuna Regione sopra la soglia di 1,25, il che significa che, almeno in teoria, tutto il territorio nazionale è da considerare zona gialla.

Qual è il problema, allora? Il problema lo si trova tra le pieghe del Dpcm attualmente in vigore. Il decreto firmato da Giuseppe Conte il 3 novembre scorso ed in vigore fino a giovedì 3 dicembre stabilisce che, una volta raggiunto un colore con un livello di rischio più basso, bisogna mantenerlo per due settimane prima di essere ufficializzato il passaggio a quella zona. In altre parole, la Regione che, grazie al calo dell’Rt, si tinge di un altro colore, deve conservarlo per 15 giorni prima di poter eliminare le restrizioni più dure. Situazione che oggi potrebbe darsi in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria (rosse dal 6 novembre), Puglia e Sicilia (arancioni dalla stessa data). La situazione di questi territori verrà valutata oggi, per adottare eventuali cambiamenti con un’ordinanza che il ministro della Salute, Roberto Speranza, potrebbe firmare entro questa sera stessa.

A meno che – ed è un’ipotesi concreta –, il Governo decida di lasciare le cose come stanno fino al 3 dicembre, visto che è in arrivo un nuovo Dpcm. Ipotesi che non piace al governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Non è detto, comunque, che chi si trova in rosso da inizio mese non possa prendere dei provvedimenti meno restrittivi già da domenica.

L’altro fronte tra Governo e Regioni riguarda la scuola. Dopo l’incontro di ieri tra le due parti, si fa largo l’ipotesi di un ritorno in aula degli studenti dei licei e delle medie solo a partire da gennaio. I governatori non vogliono che passi l’idea della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, di riaprire gli istituti prima di Natale. Dello stesso avviso i presidi: tanto vale – dicono – attendere il 7 gennaio, dopo le feste. Il rischio che la riapertura possa aumentare i contagi e rovinare ulteriormente il Natale, insomma, spaventa più di uno.



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