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Come chiedere l’affido di un bambino?

22 Febbraio 2021 | Autore:
Come chiedere l’affido di un bambino?

Come ottenere l’affido di un minore i cui genitori si trovano in difficoltà: dalla presentazione della domanda all’accoglienza in famiglia.

Sono tanti i modi per dare sostegno ai bambini che necessitano di affetto e di serenità. Uno di questi è, naturalmente, l’adozione; ma la legge prevede altre possibilità. Una di queste è l’affido, con cui un bambino, che temporaneamente non può essere accudito dai genitori in modo adeguato, viene inserito in un’altra famiglia che possa provvedere a lui.

Come chiedere l’affido di un bambino? La procedura è semplice e piuttosto veloce; occorre però una buona dose di generosità e di altruismo, sapendo che il piccolo, una volta superate le difficoltà dei suoi genitori biologici, tornerà con loro. Occorre dunque affezionarsi a lui, ma nel contempo accettare serenamente un futuro distacco. Se si è ben consapevoli di ciò e nel contempo decisi a vivere questa bellissima esperienza, questo articolo contiene tutte le informazioni utili per farlo.

Cosa è l’affido?

L’affido familiare è previsto dalla stessa legge che disciplina l’adozione [1]. Vi è però una differenza importante tra l’uno e l’altra. Precisamente:

  • si procede all’adozione quando un bambino viene dichiarato dal tribunale dei minori in stato di abbandono. Ciò si verifica quando il piccolo ha perso entrambi i genitori, oppure, come succede più spesso, quando questi ultimi, a seguito di una valutazione dei servizi sociali, vengono considerati del tutto incapaci di occuparsene in modo permanente. In tal caso, il minore viene inserito stabilmente in una famiglia adottiva, che sostituisce in modo definitivo quella biologica;
  • si procede all’affido quando i genitori del bambino si trovano in una situazione di difficoltà che i servizi sociali considerano temporanea. Mentre si cerca di aiutarli a superare i loro problemi, il piccolo viene temporaneamente affidato ad altri adulti che possano dargli affetto, sostegno e tutto quanto occorre per vivere e crescere bene.

È quindi evidente che l’affido, a differenza dell’adozione, ha un carattere temporaneo, perché il bambino affidato è destinato (almeno nelle intenzioni del legislatore) a rientrare prima o poi nella propria famiglia d’origine.

Chi può chiedere l’affido?

L’affido può essere chiesto:

  • da una coppia, con o senza figli, anche se la legge accorda preferenza alle famiglie in cui siano già presenti bambini. Non è necessario che la coppia sia sposata;
  • da un single. Quindi, l’affido è accordato anche a persone non sposate, vedove o separate;
  • da una comunità di tipo familiare. Si tratta del caso di persone che, pur non avendo tra loro legami di sangue o derivanti da un matrimonio, vivono insieme con un’organizzazione analoga a quella di una famiglia. Si pensi al caso di più amici che, per farsi compagnia, vivono sotto lo stesso tetto;
  • da un istituto di assistenza. Questa ipotesi è però esclusa in caso di bambini di età inferiore a 6 anni.

Quindi, per coloro che non sono sposati, l’affido rappresenta un’ottima opportunità per dedicarsi ad uno o più bambini in modo generoso e disinteressato. Per queste persone, infatti, ricorrere all’adozione non è impossibile, ma è certamente più difficile rispetto alle coppie unite in matrimonio.

Come si chiede l’affido?

Per chiedere l’affido occorre manifestare la propria disponibilità ai servizi sociali del proprio Comune di residenza.

Dopo avere presentato la domanda si viene contattati dagli assistenti sociali per cominciare un percorso conoscitivo. Si tratta di una serie di incontri che hanno diverse finalità:

  • in essi viene approfondita la conoscenza dell’affido e si viene informati sui vari aspetti di quest’ultimo;
  • servono ad assistenti sociali e psicologi per valutare bene le caratteristiche di chi ha fatto richiesta di affido e la sua idoneità ad accogliere un bambino per occuparsene in modo adeguato;
  • sono utili per stabilire quale bambino affidare al richiedente, in base alle suddette caratteristiche (ad esempio se si tratta di una coppia o di un single, se in famiglia vi sono o meno altri bambini e così via).

Oltre ai colloqui, è prevista anche una visita degli assistenti sociali presso l’abitazione del richiedente, allo scopo di conoscere meglio la sua situazione familiare e le condizioni in cui vive.

Chi decide riguardo all’affido?

Per completare le informazioni su come chiedere l’affido di un bambino, vediamo a chi spetta la decisione in proposito.

L’affido viene disposto:

  • dagli stessi servizi sociali, quando sono d’accordo i genitori biologici del bambino, che si rendono conto di trovarsi in un momento di difficoltà e di avere quindi bisogno di aiuto. Se necessario, viene anche sentito il minore, se ha compiuto i 12 anni di età o se, pur essendo più piccolo, ha comunque capacità di valutazione. Il provvedimento di affido emesso dai servizi sociali viene quindi reso esecutivo con decreto del giudice tutelare. Quest’ultimo è un magistrato il cui compito è quello di occuparsi di varie situazioni che riguardano i minori;
  • dal tribunale per i minorenni, quando non vi è il consenso dei genitori biologici.

Nel provvedimento di affido è indicata la durata presumibile di quest’ultimo; inoltre, sono anche stabilite le modalità mediante le quali la famiglia d’origine del bambino può mantenere i rapporti con quest’ultimo. Non bisogna infatti dimenticare che l’affido rappresenta un aiuto temporaneo per i genitori biologici del minore, con i quali l’affidatario deve serenamente rapportarsi.


note

[1] L. n. 184/1983.


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