Speranza spiega chi riceverà le dosi per primo e come verrà eseguito il Piano strategico del Governo. Ci sarà un controllo sulla sicurezza del siero.
Da gennaio, riceveranno per primi il vaccino anti-Covid gli operatori sociosanitari, i residenti e il personale delle Rsa e gli anziani. Lo prevede il Piano strategico del Governo sulle vaccinazioni, illustrato questa mattina al Senato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che giustifica così questa priorità: «Gli operatori sanitari e sociosanitari, che lavorano in prima linea, hanno un rischio elevato di contrarre l’infezione e trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili. Difendere questi professionisti aiuterà a mantenere la resilienza del Servizio sanitario nazionale. Si tratta di 1 milione 404 mila persone». Seguono i residenti delle Rsa, ad alto rischio di malattia grave, e il personale che vi lavora: in totale 570.287 mila persone.
C’è, poi, una terza categoria, ovvero quella delle persone con almeno 80 anni (4 milioni 442 mila) e dei quasi 13 milioni di mezzo tra 60 e 79 anni. Infine, i circa 7 milioni e 400mila pazienti con un insieme di malattie croniche.
Il Piano strategico proseguirà con l’arrivo di nuove dosi che saranno destinate ad altre fasce di popolazione, a partire da chi lavora nei servizi essenziali come la scuola, le forze dell’ordine ed il personale delle carceri e delle comunità. «Nel caso in cui – ha precisato Speranza – si sviluppassero focolai epidemici rilevanti in specifiche aree del Paese, saranno destinate eventuali scorte di vaccino a strategie vaccinali di tipo reattivo rispetto a quel territorio in difficoltà».
Al momento, ha aggiunto il ministro, «Non è intenzione del Governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione contro Covid-19. Nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione dei cittadini. Il nostro obiettivo è senza dubbio raggiungere al più presto l’immunità di gregge».
Quanto alla sicurezza del vaccino, Speranza ha spiegato che l’obiettivo fondamentale «è quello di predisporre una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi, monitorando gli eventuali eventi avversi ai nuovi vaccini anti Covid nel contesto del loro utilizzo reale, identificare e caratterizzare prontamente eventuali nuovi dischi ancora non emersi ed individuare eventuali problematiche relative alla qualità. Le attività di sorveglianza – ha concluso – saranno pianificate accuratamente in termini sia di raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa sia di azioni proattive attraverso studi e progetti di farmacovigilanza attiva e farmacoepidemiologia».