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Naspi tramite patronato

1 Marzo 2021
Naspi tramite patronato

Chi perde involontariamente il lavoro può richiedere l’erogazione di un assegno mensile a carico dell’Inps.

Dopo un lungo periodo di omesso versamento dello stipendio da parte del tuo datore di lavoro, hai deciso di rassegnare le dimissioni per giusta causa. Stai acquisendo informazioni per richiedere l’indennità di disoccupazione. In particolare, vuoi sapere se devi necessariamente richiedere la Naspi sul portale Inps o se puoi affidarti ad un soggetto intermediario, come un patronato.

La Naspi è l’indennità economica di disoccupazione che viene erogata ai lavoratori che perdono il lavoro contro la loro volontà. Ci sono diverse modalità per richiedere l’erogazione di tale emolumento all’Inps. Tra le varie possibilità, la Naspi può essere richiesta tramite patronato da parte di tutti coloro che non vogliono procedere al caricamento della domanda con modalità telematiche direttamente sul portale dell’Inps. Ma andiamo per ordine.

Naspi: che cos’è?

La riforma degli ammortizzatori sociali del 2015 è intervenuta anche a modificare l’indennità di disoccupazione che, nell’ambito del nostro sistema di sicurezza sociale [1], viene erogata ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. Il Jobs Act ha, infatti, introdotto la Naspi, acronimo di nuova assicurazione sociale per l’impiego, per tutti gli eventi di disoccupazione involontaria avvenuti dopo il primo maggio 2015 [2].

La Naspi è un assegno mensile che viene erogato dall’Inps ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro e che hanno maturato determinati requisiti contributivi e lavorativi. Inoltre, per accedere al beneficio, il lavoratore deve sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità all’impiego (Did) e siglare il patto di servizio con il centro per l’impiego al fine di essere coinvolto attivamente in un percorso di reinserimento lavorativo.

A chi spetta la Naspi?

La Naspi spetta ai lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato che sono assicurati presso l’Inps contro la disoccupazione involontaria. Tra i beneficiari di questo emolumento sono ricompresi anche:

  • lavoratori assunti con contratto di apprendistato;
  • soci lavoratori di cooperativa;
  • lavoratori del settore artistico;
  • dipendenti a termine delle amministrazioni pubbliche.

Sono, invece, esclusi dal campo di applicazione della Naspi:

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni pubbliche;
  • gli operai agricoli;
  • i lavoratori stagionali extracomunitari;
  • i lavoratori che hanno già raggiunto i requisiti per il pensionamento;
  • i lavoratori che percepiscono un assegno di invalidità.

Naspi: quali requisiti?

Per poter ottenere la Naspi il lavoratore deve aver perso il lavoro contro la sua volontà. Ne consegue che la Naspi spetta sempre in caso di licenziamento, anche se intimato a causa di un grave inadempimento del lavoratore (licenziamento per giusta causa).

Parimenti, la Naspi spetta quando il rapporto di lavoro cessa per effetto delle dimissioni per giusta causa [3]. In questo caso, infatti, il lavoratore viene di fatto costretto a dimettersi a causa di un gravissimo inadempimento datoriale che non permette di proseguire il rapporto nemmeno per un momento.

Diversamente, in caso di dimissioni volontarie o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, la Naspi non spetta poiché la cessazione del rapporto è conseguenza di un atto volontario del dipendente.

Inoltre, per accedere al beneficio, occorre possedere determinati requisiti contributivi e lavorativi. In particolare devono risultare accreditate almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione involontaria nei 4 anni che precedono la cessazione del rapporto di lavoro (requisito contributivo) e il lavoratore deve aver lavorato per almeno 30 giorni di effettivo lavoro nei 12 mesi che precedono lo stato di disoccupazione (requisito lavorativo).

Naspi tramite patronato

Per quanto riguarda le modalità di presentazione della domanda di Naspi, il lavoratore deve inoltrare la relativa istanza all’Inps. E’ infatti l’istituto di previdenza che eroga tale emolumento accreditando il relativo importo mensilmente sul conto corrente indicato dal lavoratore nella domanda stessa.

Le modalità di presentazione della domanda di Naspi sono tre.

Innanzitutto, il lavoratore può caricare la richiesta direttamente sul sito istituzionale dell’Inps all’indirizzo web www.inps.it accedendo all’area riservata previo inserimento del proprio PIN dispositivo Inps oppure del Sistema pubblico d’identità digitale (Spid).

In alternativa, il lavoratore può richiedere telefonicamente la Naspi contattando il contact center al numero 80 31 646 se si chiama da rete fissa, oppure al numero 06164164 se si chiama da un telefono cellulare.

Infine, è possibile anche richiedere la Naspi tramite patronato. Gli enti di patronato, infatti, sono degli intermediari dell’istituto abilitati a caricare la domanda di Naspi per conto del lavoratore per il tramite dei propri servizi telematici.


note

[1] Art. 38, Cost.

[2] D.lgs. 22/2015.

[3] Art. 2119 cod. civ.


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