Cronica intossicazione da sostanze stupefacenti: ultime sentenze


Capacità di intendere e di volere; malattia psichica; assunzione di sostanze psicotrope; causa di esclusione dell’imputabilità; pericolosità sociale.
Indice
- 1 Alterazione psichica permanente
- 2 Vizio di mente: la valutazione del giudice di merito
- 3 Cronica intossicazione da alcool o stupefacenti
- 4 Compromissione delle capacità intellettive e volitive
- 5 Intossicazione da sostanze stupefacenti e guarigione
- 6 Lo stato patologico permanente e l’imputabilità
- 7 Ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario
- 8 Distinzione tra assunzione abituale e intossicazione cronica
- 9 Concorso in violenza sessuale in danno di minorenne e di corruzione di minorenne
- 10 Quando può ritenersi esclusa o diminuita l’imputabilità dell’agente?
Alterazione psichica permanente
Ai fini dell’esclusione della capacità di intendere e di volere del tossicodipendente, non è sufficiente la condizione generica di tossicodipendenza, ma occorre che l’intossicazione da sostanze stupefacenti sia cronica e abbia prodotto un’alterazione psichica permanente, ossia una psicopatologia stabilizzata non strettamente correlata all’assunzione di sostanze psicotrope.
Cassazione penale sez. IV, 13/02/2007, n.15218
Vizio di mente: la valutazione del giudice di merito
In tema di intossicazione acuta dovuta all’uso di sostanze stupefacenti, per la sussistenza del vizio di mente (totale o parziale) non è sufficiente che il giudice di merito riconduca l’azione dell’imputato ad un modello di infermità apoditticamente affermata, ma, proprio ai fini della corretta qualificazione del vizio, è necessario che indichi e valuti motivatamente i dati anamnestici, clinici, comportamentali, evincibili dalle stesse modalità del fatto, ragionevolmente rivelatori dell’asserito quadro morboso, agli effetti della sua “graduabilità” rispetto all’imputabilità.
Cassazione penale sez. VI, 15/06/2004, n.31483
Cronica intossicazione da alcool o stupefacenti
La situazione di cronica intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti che influisce sulla capacità di intendere e di volere è solo quella che, per il suo carattere ineliminabile e per l’impossibilità di guarigione, provoca alterazioni patologiche permanenti, ovvero una patologia a livello cerebrale che implica psicopatie che permangono indipendentemente dal rinnovarsi di un’azione strettamente collegata all’assunzione di alcool o di sostanze stupefacenti, tali da fare apparire indiscutibile che ci si trovi di fronte a una vera e propria malattia psichica.
(Nel caso di specie, dalle risultanze processuali è emerso sia che la condotta dell’imputato, già condannato in primo grado per il reato di maltrattamenti in famiglia, era certamente collegata ad un abuso abituale di alcol; sia anche che l’imputato, esauriti gli effetti dell’abuso di tale sostanza, ritornava ad agire secondo la sua personalità, che seppur connotata da una elevata reattività, rientrava nei parametri della normalità).
Corte appello Ancona, 16/09/2019, n.1085
Compromissione delle capacità intellettive e volitive
Solo un’intossicazione cronica da sostanze stupefacenti che abbia compromesso le capacità intellettive e volitive dell’imputato può incidere sulla capacità d’intendere e volere. (Nel caso di specie, trattandosi di reato di maltrattamenti in famiglia era risultato che le aggressioni fisiche e verbali avvenivano anche quando il soggetto non era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti).
Tribunale Napoli Nord, 02/02/2015, n.791
Intossicazione da sostanze stupefacenti e guarigione
L’intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti può influire sulla capacità di intendere e di volere soltanto qualora, per il suo carattere ineliminabile e per l’impossibilità di guarigione, provochi alterazioni psicologiche permanenti configurabili quale vera e propria malattia, dovendo escludersi dal vizio di mente di cui agli art. 88 e 89 c.p. anomalie non conseguenti ad uno stato patologico.
Cassazione penale sez. VI, 24/10/2013, n.47078
Lo stato patologico permanente e l’imputabilità
In tema di imputabilità, la tossicodipendenza non costituisce condizione, di per sé integrante causa di esclusione della imputabilità, a meno che non ricorra l’ipotesi di cronica intossicazione da sostanze stupefacenti, ai sensi dell’art. 95 c.p. e l’abuso di droga abbia prodotto nel tossicomane un vero e proprio stato patologico permanente idoneo ad alterarne i processi intellettivi o cognitivi.
Corte appello Catanzaro, 12/03/2012
Ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario
A seguito della parziale illegittimità costituzionale sia dell’art. 206 c.p. pronunciata dalla Corte costituzionale con sentenza 29 novembre 2004 n. 367 che dell’art. 222 c.p. pronunciata dalla Corte costituzionale con sentenza 18 luglio 2003 n. 253, il tribunale di sorveglianza in funzione di giudice d’appello ai sensi dell’art. 680, 2 comma c.p.p. può applicare all’imputato prosciolto in primo grado per infermità psichica o per intossicazione cronica da alcool o da sostanze stupefacenti -in riforma della sentenza impugnata soltanto per il capo concernente l’applicazione del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario- una misura di sicurezza meno contenitiva che sia concretamente idonea ad assicurargli adeguate cure ed a fronteggiarne la pericolosità sociale.
Tribunale Bari sez. sorveglianza, 18/07/2011
Distinzione tra assunzione abituale e intossicazione cronica
In tema di capacità di intendere e volere la cronica intossicazione da alcool e da sostanze stupefacenti che influisce sulla stessa e si differenzia dall’assunzione abituale di alcool o sostanze stupefacenti è quella che è ineliminabile e cioè permanente ed irreversibile e tale da aver provocato nell’agente una patologia a livello cerebrale implicante psicopatie che permangono indipendentemente dal rinnovarsi dell’assunzione di sostanze o alcool.
(Nel caso di specie il soggetto aveva disturbi psichiatrici a carico dell’ideo percezione e dell’affettività ma era affetto da disturbi secondari da assunzione di alcool).
Tribunale Nola sez. I, 12/04/2018, n.880
Concorso in violenza sessuale in danno di minorenne e di corruzione di minorenne
Sono ravvisabili, rispettivamente, i delitti di concorso in violenza sessuale in danno di minorenne e di corruzione di minorenne nella condotta di due soggetti i quali costringono una bambina a subire su di sé atti sessuali e ad assistere ad atti sessuali compiuti tra loro due. L’aggravante di cui all’art. 94 non è ravvisabile, ed è invece applicabile l’attenuante di cui agli art. 94 e 89 c.p., ove il soggetto al tempo del fatto fosse affetto da cronica intossicazione da sostanze stupefacenti, tale da renderlo parzialmente incapace di intendere o volere.
Tribunale Pescara, 17/03/2000
Quando può ritenersi esclusa o diminuita l’imputabilità dell’agente?
Affinché si possa ritenere esclusa o diminuita la imputabilità dell’agente, l’intossicazione da sostanze stupefacenti deve essere caratterizzata dalla permanenza e dall’irreversibilità e, cioè, da condizioni psichiche che permangono indipendentemente dal rinnovarsi dell’assunzione o meno di sostanze stupefacenti, condizioni che, in ogni caso, debbono essere valutate con riferimento al momento in cui il fatto-reato è stato commesso.
Cassazione penale sez. II, 15/10/2013, n.44337
Ci sono persone che non si regolano proprio e che assumono sostanze stupefacenti senza alcun ritegno. Ho conosciuto persone da cui poi mi sono allontanato che si sballavano puntualmente e che poi perdevano i sensi, non avevano cognizione di ciò che facevano. Insomma, abitudini assurde che poi li portavano a sbarellare
Purtroppo c’è gente che non si rende conto dei rischi a cui possono andare incontro assumendo costantemente certe droghe. A parte, i danni neurologici, possono rischiare di guidare strafatti e uccidere altra gente mentre sono alla guida. A questi soggetti andrebbe ritirata la patente e non restituita più finché non si disintossicano