Covid: più soldi alle partite Iva


Arrivano nella legge di Bilancio la decontribuzione totale per un anno ed un nuovo ammortizzatore sociale per gli autonomi con redditi bassi.
È il momento di pensare anche ai lavoratori autonomi. Il Governo sta mettendo a punto un pacchetto di nuovi aiuti per le partite Iva, all’interno della legge di Bilancio che, tra le altre cose, conterrebbe una novità assoluta: per la prima volta in Italia, potrebbe essere introdotta una sorta di ammortizzatore sociale per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps. Inoltre, si prevede un periodo di decontribuzione totale.
Partiamo proprio da qui. È Luigi Di Maio ad annunciare su Facebook la volontà del Governo di escludere per un anno dal versamento dei contributi minimi gli autonomi con ricavi o compensi inferiori a 50mila euro. Idea che l’opposizione non solo accoglie con favore ma rivendica come sua.
Accanto a questo intervento, c’è quell’altro, in un certo senso più rivoluzionario, anticipato dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani e che, anche in questo caso, potrebbe godere del favore di maggioranza e opposizione. Si tratta dell’indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa (Iscro) per gli autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps che hanno avuto una diminuzione del reddito pari o superiore al 50% a causa dell’emergenza Covid. Il riferimento per calcolare la decurtazione è quello della media dei redditi realizzati nei tre anni che precedono la presentazione della domanda. Il reddito dichiarato non dovrà superare gli 8.145 euro.
Si parla, dunque, di circa 300mila autonomi che, oltre ai requisiti citati, devono essere iscritti alla gestione separata Inps da almeno tre anni durante i quali non deve essere stata cessata la loro partita Iva.
L’emendamento presentato alla legge di Bilancio ipotizza un importo pari al 50% della differenza tra la media del reddito dei tre anni precedenti a quello in cui si verifica la diminuzione e il reddito dell’anno precedente alla presentazione della richiesta. Ad ogni modo, la cifra non potrà superare i 6.516 euro in sei mensilità. Il sussidio non è cumulabile con il Reddito di cittadinanza e potrebbe comportare l’obbligo di seguire un percorso di aggiornamento professionale. Infine, non concorre alla formazione del reddito ed è esentasse.