Si abbassa il limite per lo scivolo della pensione


Un emendamento alla manovra modifica il contratto di espansione, che ora interesserà anche le aziende con più di 250 addetti anziché con più di 500.
Cambia in modo sostanziale il contratto di espansione, ovvero lo strumento con cui verrà gestito il periodo successivo alla fine del divieto di licenziamento e degli ammortizzatori sociali straordinari attualmente in vigore a causa dell’emergenza Covid. Un emendamento alla manovra al vaglio del Parlamento prevede l’utilizzo dello scivolo pensionistico da parte delle imprese con almeno 250 dipendenti e non con più di 500 addetti, come stabilito finora.
Significa allargare non di poco la platea di chi potrà lasciare il lavoro, previo accordo con l’azienda, nel caso abbia davanti a sé non più di 5 anni alla pensione di vecchiaia ed abbia maturato il requisito contributivo, oppure alla pensione anticipata. In questo caso, l’azienda verserà per il periodo interessato dallo scivolo un’indennità mensile adeguata alla pensione maturata dal dipendente alla data di cessazione del rapporto. Dal canto suo, lo Stato sosterrà l’impegno economico del datore di lavoro con una sorta di Naspi della durata massima di 24 mesi.
Nelle imprese con più di 500 lavoratori, oltre alle possibilità sopra citate c’è anche quella di attivare ulteriori 18 settimane di cassa integrazione con riduzione oraria fino al 30%. Mentre le aziende con più di 1.000 dipendenti dovranno assumere un addetto ogni tre uscite: in questo modo, avranno altri 12 mesi di sconto Naspi. In altre parole, così facendo, avranno l’aiuto dello Stato per tre anni anziché per due.
Altra novità della manovra che dovrebbe essere approvata dalle commissioni di Montecitorio riguarda l’aumento dei beneficiari dell’indennità prevista finora per i 300mila autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps: potrebbero averne accesso anche i professionisti iscritti alle casse private, a cominciare dai giovani.