Teleassemblea in condominio: le nuove regole


Via libera alle riunioni in videoconferenza. Quanti consensi ci vogliono e quali sono i compiti dell’amministratore.
La teleassemblea, ovvero l’assemblea di condominio in videoconferenza, debutta formalmente nell’ordinamento italiano grazie alla legge 159/2020. In particolare, l’articolo 66 dispone che «anche ove non espressamente previsto dal regolamento condominiale, previo consenso della maggioranza dei condòmini, la partecipazione all’assemblea può avvenire in modalità di videoconferenza. In tal caso, il verbale, redatto dal segretario e sottoscritto dal presidente, è trasmesso all’amministratore e a tutti i condomini con le medesime formalità previste per la convocazione».
Significa che d’ora in poi:
- la teleassemblea può già essere disciplinata all’interno del regolamento del condominio, il quale dovrà stabilire condizioni e modalità di convocazione e di svolgimento della riunione;
- non occorre più l’unanimità per tenere un’assemblea di condominio in videoconferenza: basta il consenso della maggioranza.
Se ne deduce, da una parte, che l’amministratore non può decidere da solo la convocazione della teleassemblea. Dall’altra, che nel corso dell’ultima assemblea deve essere deciso se tenere la prossima a distanza, in modo da raccogliere il consenso della maggioranza dei condòmini. Anche se, secondo alcune opinioni, il consenso può essere richiesto dall’amministratore anche al di fuori del contesto assembleare, purché pervenga per iscritto dietro apposita richiesta.
L’amministratore dovrà verificare:
- che tutti i condòmini abbiano un collegamento in grado di consentire la loro partecipazione;
- che sia possibile registrare ingressi, presenze e deleghe, adeguatezza del segnale ed abbandoni volontari; si devono custodire le deleghe che per legge devono essere scritte, e occorre poter verificare se eventuali abbandoni siano volontari;
- che vengano tutelati il dibattito e l’esito delle votazioni.
Il verbale della teleassemblea deve essere redatto dal segretario e firmato dal presidente, anche se non si trovano materialmente insieme: nulla vieta che il segretario predisponga il documento e poi lo invii al presidente per la stampa e la firma. Dopodiché, il verbale siglato dovrà essere trasmesso all’amministratore e a tutti i condòmini.
Immagino certe riunioni in assemblea in videoconferenza. Molto spesso, in presenza gli animi erano infuocati e nascevano discussioni assurde con toni molto accesi. Ora, per forza dovranno darsi una regolata altrimenti non si capisce nulla tra un problema di linea, un’interruzione ecc. Chissà, se cambieranno anche i toni dei vari condomini e questi impareranno ad essere un po’ più educati?!
Per forza di cose l’assemblea ormai andrà fatta in videoconferenza. Con questo Coronavirus è impossibile ritrovarsi in una sala con tante persone e restare con quella fastidiosa mascherina cercando di capire cosa dice l’altro a distanza. Bisogna per forza urlare e c’è chi ha il tono di voce basso, chi non sente bene ecc. Così almeno sarà più agevole condurre una riunione condominiale da casa propria.