Come capire se qualcuno ti perseguita: dalle telefonate ossessive agli appostamenti sotto casa.
Hai conosciuto una bella donna, giovane e simpatica. Siete usciti qualche volta insieme, ma ti sei reso subito conto che non fa per te. Lei, però, non si rassegna e da qualche settimana ha cominciato a tempestarti di telefonate. Nonostante tu non le risponda, lei continua imperterrita e adesso te la ritrovi ovunque: in palestra, sotto casa e, perfino, quando esci dal lavoro. Insomma, non ne puoi più e stai pensando di rivolgerti ai carabinieri.
In questo articolo, vedremo insieme i 7 segnali per capire se sei vittima di stalking. Si tratta, in altre parole, di una serie di comportamenti messi in atto da un molestatore che generano nella vittima stati di ansia e paura che possono arrivare addirittura a modificare le sue abitudini di vita. Per evitare di cadere in questo circolo vizioso è bene conoscere tali atteggiamenti e segnalarli immediatamente alle autorità competenti.
Indice
Lo stalking è reato?
Con il termine stalking si fa riferimento ad un insieme di comportamenti molesti tali da far insorgere nella vittima uno stato di ansia e paura per sé e per i suoi familiari. Ti faccio un esempio.
Tizia conosce Caio tramite alcuni amici comuni. I due si fidanzano, ma dopo circa un anno si lasciano perché Tizia si rende conto di non essere innamorata. Caio, però, non accetta la fine della sua storia d’amore. Inizia così un lungo periodo fatto di telefonate assillanti, appostamenti, inseguimenti, ecc. Tizia, spaventata dall’atteggiamento del suo ex fidanzato, decide di cambiare numero di telefono e di chiudere il suo profilo Facebook. Tali accorgimenti, tuttavia, non fermano Caio, il quale continua a perseguitarla.
Nel nostro ordinamento, un simile atteggiamento assillante e ripetuto nel tempo può configurare il reato di atti persecutori [1] qualora la vittima – a causa delle molestie – inizia a soffrire di uno stato emotivo di intensa ansia o paura al punto da:
- avere timore per la propria incolumità oppure per quella di un congiunto o comunque di una persona a cui si è legati sentimentalmente;
- cambiare radicalmente la propria routine quotidiana: ad esempio, la vittima si cancella dai social network, cambia lavoro, ecc.
Il reato di atti persecutori è punito con la reclusione, sempre che la vittima presenti querela alle autorità competenti entro sei mesi dai fatti. In pratica, si tratta di raccontare dettagliatamente l’accaduto alla polizia oppure ai carabinieri e chiedere la punizione del responsabile.
In alternativa alla querela, è sempre possibile rivolgersi al questore affinché lo stalker venga ammonito, cioè invitato ad adottare comportamenti conformi alla legge e, quindi, a porre fine alla sua condotta persecutoria. In caso contrario, il molestatore verrà perseguito d’ufficio.
I 7 segnali che sei vittima di stalking
È di fondamentale importanza capire fin da subito i comportamenti adottati da uno stalker, allo scopo di riconoscere subito il problema ed evitare che degeneri in qualcosa di più grave. Spesso, infatti, le vittime si accorgono troppo tardi di essere diventate il bersaglio di un’ossessione.
Ecco quindi le “spie” per individuare uno stalker:
- invia continuamente sms, mail e telefona a tutte le ore del giorno e della notte;
- lascia messaggi sull’automobile, sulla porta di casa o nella cassetta della posta;
- pedina la vittima e si apposta sotto casa, all’uscita del luogo di lavoro o della palestra;
- effettua delle indagini per scoprire le abitudini di vita della persona presa di mira;
- minaccia la vittima e le persone ad essa vicine;
- scrive frasi offensive e diffamatorie sui social network;
- compie atti vandalici alle cose di proprietà della vittima (ad esempio, rompe il finestrino dell’auto).
Quindi, se una persona si accorge di ricevere simili “attenzioni” deve subito rivolgersi alle autorità competenti (polizia, carabinieri o Procura della Repubblica) per sporgere una querela. A lungo andare, infatti, le vittime di stalking iniziano a nutrire paura, ansia, sensi di colpa, vergogna, rabbia, disturbi del sonno, depressione, disperazione fino a sviluppare veri e propri disturbi psichiatrici che possono portare, in alcuni casi, al suicidio.
Quali sono le tipologie di stalker?
Numerosi studi hanno permesso di individuare le seguenti tipologie di stalker:
- il risentito: il classico caso dell’ex fidanzato che non accetta la fine della relazione sentimentale e che per tale ragione decide di vendicarsi. La maggior parte delle volte, tale condotta viene posta in essere tramite la diffamazione (ad esempio, condividendo su internet immagini o video di contenuto privato ed intimo), facendo degli appostamenti o danneggiando le cose di proprietà della vittima;
- il predatore: colui che desidera avere rapporti sessuali con la sua vittima. Per questo motivo, inizia a pedinarla e a spaventarla ossessivamente;
- il respinto: ossia chi è stato rifiutato da qualcuno e che, al tempo stesso, vuole vendicarsi e recuperare la relazione ormai finita;
- il bisognoso d’affetto: si verifica quando il molestatore confonde un’amicizia oppure una relazione professionale con qualcosa di più. Quindi, interpreta ogni atteggiamento della vittima come il desiderio di avere un contatto fisico o comunque un rapporto sentimentale;
- il corteggiatore incompetente: si tratta più comunemente dello stalker incapace di fare la corte a qualcuno, quindi adotta comportamenti invadenti e fastidiosi.
Le suddette figure, come puoi notare, si distinguono in base ai desideri ed ai bisogni che il molestatore cova dentro di sé e che muore dalla voglia di soddisfare.