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Chi può accedere alla pensione con 5 anni di contributi?

2 Gennaio 2021
Chi può accedere alla pensione con 5 anni di contributi?

Mia moglie, disabile all’80%, ha saputo che, avendo lei maturato 5 anni di contributi, dal 1996 in poi ad oggi, potrebbe usufruire, a partire dal 70° anno di età, di una pensioncina minima. La sua domanda è: quali sono i riferimenti in base a cui potrebbe beneficiare di questa possibilità?

I lavoratori iscritti presso la generalità delle gestioni Inps, se assoggettati al calcolo integralmente contributivo della pensione, possono ottenere la cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva, con soli 5 anni di contribuzione (art.24 co.7 D.L. 201/2011). Quest’ultima prestazione non si ottiene col requisito di età minimo di 67 anni previsto per la vecchiaia ordinaria, ma col requisito anagrafico minimo di 71 anni (originariamente pari a 70 anni, poi adeguato in base alla speranza di vita media riscontrata dall’Istat).

La pensione di vecchiaia contributiva, con l’attesa del compimento dei 71 anni di età, si rivela una scelta di fatto obbligata per chi, essendo assoggettato al calcolo integralmente contributivo del trattamento, non può raggiungere la pensione di vecchiaia ordinaria:

  • in quanto non arriva a 20 anni di contribuzione;
  • in quanto non arriva a un importo del trattamento pensionistico almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale.

Gli interessati sono allora obbligati ad attendere il compimento dei 71 anni di età per ottenere la pensione di vecchiaia contributiva, per la quale non è richiesto un importo minimo dell’assegno e sono sufficienti soli 5 anni di versamenti effettivi.

Il requisito contributivo richiesto per la pensione di vecchiaia ex art. 24, co.7, D.L: 201/2011, come osservato è pari a 5 anni. Deve trattarsi di versamenti effettivi, non rilevano i contributi figurativi.

In concreto, i lavoratori che possono beneficiare del pensionamento con soli 5 anni di versamenti sono soltanto color che risultano privi di anzianità assicurativa alla data del 31 dicembre 1995. In buona sostanza, Sua moglie può ottenere la pensione presso l’Inps a 71 anni e con 5 anni di contributi se non possiede alcun versamento anteriore al 1° gennaio 1996.

La pensione sarebbe però calcolata col sistema integralmente contributivo, cioè in base alla contribuzione accreditata e rivalutata, trasformata in assegno in base a un coefficiente che varia con l’età. Non spetta l’integrazione al minimo.

Se Sua moglie possiede contributi accreditati al 31 dicembre 1995 può ottenere questa pensione solo richiedendo, al momento del pensionamento, il computo presso la gestione Separata di tutta la contribuzione posseduta nelle casse amministrate dall’Inps. Tuttavia, per gli optanti per il computo il trattamento di vecchiaia contributivo non è accessibile con 5 anni di contributi, ma con 15 anni di contributi complessivi.

In ogni caso, se a Sua moglie è stata riconosciuta un’invalidità dell’80% non civile, ma pensionabile (ai sensi della L. 222/1984), qualora possieda almeno 5 anni di contributi effettivi, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio, potrebbe ottenere l’assegno ordinario d’invalidità, se non ha ancora compiuto 67 anni. L’assegno ordinario d’invalidità è calcolato allo stesso modo della pensione ed è integrabile al minimo (a meno che la contribuzione posseduta non si collochi tutta dopo il 1996: in questo caso spetta comunque il calcolo integralmente contributivo dell’assegno, sul quale l’integrazione al trattamento minimo non è riconosciuta).

Se l’invalidità riconosciuta in misura pari all’80% è civile, in presenza dello stato di disoccupazione e di un reddito inferiore a 4.926,35 euro annui avrebbe diritto all’assegno di assistenza per invalidi civili parziali, pari a 286,81 euro mensili per il 2020. Anche in questo caso, però, il trattamento non spetta una volta compiuti i 67 anni, in quanto l’interessato/a non si considera più in età lavorativa.

Articolo tratto da una consulenza resa dalla dott.ssa Noemi Secci, consulente del lavoro.



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