Situazione sotto controllo a livello nazionale, con il numero di letti lievemente al di sotto della soglia critica, cioè del limite da non oltrepassare.
La cosiddetta «soglia critica», cioè il limite invalicabile individuato dal ministero della Salute, è del 30%. Vuol dire che se si va oltre quel 30% di posti letto pieni, il sistema comincia ad andare sotto stress.
Massimo Antonelli dirige l’Unità di Anestesia e Rianimazione al Gemelli di Roma. Siede anche nel Comitato tecnico scientifico (Cts), il gruppo dei saggi e degli esperti che è la mente delle decisioni governative tradotte nei dpcm.
Stamattina ha rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano in cui illustra la situazione delle terapie intensive. A livello nazionale, la percentuale «è leggermente sotto la soglia critica del 30%. Ma ancora non lo è in alcune zone del Veneto, della Campania e in misura minore del Lazio, ancora sotto pressione».
Il Cts si riunirà a breve per capire come ridurre la pressione sul sistema sanitario, complessivamente sotto controllo ma localmente in affanno. «Ci sono delle differenze di cui tener conto, per esempio il Lazio registra una lieve crescita settimanale nelle terapie intensive equivalente allo 0,4% – ha continuato Antonelli -. E anche l’Rt, in larga parte d’Italia sotto a 1, in alcune regioni e in alcune città non lo è. Siamo in una condizione dinamica».
Il professore ritiene che la suddivisione delle regioni in colori, per fasce di rischio, sia un buon metodo per tenere sotto controllo l’andamento dell’epidemia e regolarsi di conseguenza. Va tenuto conto che, anche se non è ancora la fine della «guerra», da adesso in poi, c’è un alleato nella lotta al Coronavirus: il vaccino. Antonelli ha appena ricevuto la prima dose. «Non sono diventato blu, il 19 gennaio avrò il richiamo. Io sto in terapia intensiva coi malati Covid».
Poi la stoccata al governatore della Campania Vincenzo De Luca, vaccinatosi tra mille polemiche, perché non rientra tra la fascia prioritaria di popolazione che al momento è chiamata a vaccinarsi. Senza fare nomi ma il riferimento è evidente: «La cosa stravagante è vedere chi dai malati Covid sta a chilometri di distanza e ha saltato la fila, stilata con un criterio logico. Il riferimento a fatto o persona realmente esistente non è puramente casuale. Il politico stona, diciamo così».