Quietanza su fattura: come si fa e che valore legale assume tra le parti?
In un precedente articolo abbiamo spiegato Come quietanzare una fattura pagata in contanti. In quella sede, abbiamo detto che esistono due modi per quietanzare una fattura (a prescindere dalla modalità di pagamento utilizzata): emettendo una dichiarazione di quietanza, costituita dall’espresso riconoscimento del creditore di aver ricevuto il pagamento a saldo di una specifica fattura, oppure scrivendo semplicemente «pagato» al termine della fattura stessa. Ma come si scrive pagato?
Cerchiamo di fornire qui di seguito qualche chiarimento in proposito.
Indice
Che significa “pagato”?
La dicitura “pagato” al termine di una fattura può assumere il valore di una quietanza di pagamento solo a condizione che, insieme ad essa, vi sia la firma del creditore, eventualmente accompagnata dal timbro se questi ne è munito.
“Pagato” quindi significa “saldato” o, con parole più semplici, “debito estinto definitivamente”. Si tratta quindi di una dichiarazione del creditore con valore di prova nei confronti del debitore, rivolta a liberare quest’ultimo da ogni residuo debito. Tecnicamente, tale dichiarazione viene chiamata «ammissione di pagamento» e può essere ritenuta inefficace solo se è il frutto di un errore o di una violenza nei confronti del creditore (magari perché il suo consenso è stato estorto con la minaccia).
Scrivere “pagato” è quindi un modo molto sintetico di realizzare una quietanza di pagamento, ma per questo non meno efficace. Il vantaggio è chiaramente quello di accorpare, in unico documento, la fattura e la quietanza.
Se tuttavia il pagamento avviene con assegno, la quietanza acquista efficacia solo nel caso in cui tale assegno venga materialmente incassato. Per cui, qualora dovesse risultare invece “scoperto”, la quietanza non avrebbe alcun valore e il debito persisterebbe ugualmente.
Come si scrive pagato?
Scrivere “pagato” su una fattura, con valore di quietanza, è una prassi commerciale che la legge non disciplina in modo espresso. Ciò non toglie che, come abbiamo detto sopra, tale dichiarazione abbia un effetto giuridico: quello di liberare il debitore da ogni obbligazione.
A tal fine, tutto ciò che si richiede è che la scritta “pagato” sia posta sullo stesso foglio della fattura e, meglio ancora, sulla medesima facciata.
Non è necessario che la scritta “pagato” sia riportata alla fine della fattura, ben potendosi trovare anche al centro o all’inizio del foglio. Se la fattura è particolarmente lunga e composta di più fogli, è sufficiente che la dicitura “pagato” sia riportata sull’ultimo di questi.
È opportuno – anche se non necessario – che, insieme alla scritta «pagato» sia indicata la data del pagamento e, meglio ancora, lo strumento utilizzato per il pagamento, ad esempio “contanti”, “bonifico”, “assegno n….”.
Inoltre, elemento indispensabile per far assumere valore di prova alla scritta “pagato” è la firma del creditore.
Si può scrivere pagato con un timbro. Esso però avrà valore solo a condizione che sia presente anche la firma del creditore che, nel caso di un’azienda, sarà il legale rappresentante (l’amministratore).
Quietanza “pagato”: è obbligatoria?
Il debitore ha diritto a esigere la quietanza liberatoria una volta effettuato il pagamento. Il creditore non può quindi sottrarsi a tale adempimento, anche quando il pagamento è avvenuto con strumenti tracciabili che consentono quindi di risalire alla prova del versamento del denaro (bonifici, assegni, ecc.).
Pagato su fattura elettronica
Come noto, le aziende sono ormai quasi tutte tenute ad effettuare la fatturazione elettronica con invio del documento digitale in originale allo SDI dell’Agenzia delle Entrate.
Ciò non toglie che sia comunque possibile richiedere la quietanza che potrà essere a questo punto apposta su un autonomo documento oppure sulla copia cartacea della fattura elettronica. Naturalmente, nel primo caso, non sarà più sufficiente scrivere “pagato”: la quietanza dovrà invece essere completa, specificando le generalità delle parti, il numero della fattura, l’importo pagato e la data. Ecco un possibile facsimile di quietanza di pagamento da apporre su un foglio distinto dalla fattura:
Io sottoscritto <…> ricevo in data <…> dal sig. <…> la somma di euro <…> versata a mezzo <…> [ad es. contanti, assegno, bonifico, ecc.] a saldo della fattura n. <…> del <…>. Dichiaro per l’effetto di non avere più nulla a che pretendere con riferimento al contratto/ordine del <…> inerente alla seguente prestazione <…>.
Data,
Firma