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Twitch: si possono finanziare i partiti politici?

9 Gennaio 2021
Twitch: si possono finanziare i partiti politici?

Vorrei aprire un canale che tratti di politica sulla piattaforma online di streaming Twitch. Le condizioni del servizio dicono che “L’Utente accetta di non usare, o sollecitare l’uso di, qualsiasi strumento di monetizzazione di Twitch (ad esempio, bit o abbonamenti) allo scopo di effettuare o trasmettere donazioni a un candidato, a un comitato che fa capo a un candidato, a un comitato di azione politica, a una commissione di scrutinio o a qualsiasi altro comitato di campagna elettorale o di svolgere qualunque altra azione allo scopo di influenzare qualunque elezione”.

Cosa significa? Posso effettuare donazioni a partiti politici mediante la monetizzazione del mio canale?

L’art. 8, lettera f), comma secondo, delle condizioni per l’utilizzo del servizio Twitch pone il divieto di utilizzare gli strumenti di monetizzazione di Twitch allo scopo di effettuare o trasmettere donazioni a un candidato, a un organismo politico o a enti similari (si precisa che d’ora in avanti si utilizzerà il termine “politico” oppure “partito” per individuare tutti i soggetti della politica indicati da Twitch).

L’utente può aprire un canale in cui parla di politica, esprime le proprie opinioni oppure si pone a sostegno di un politico (o di un partito) determinato, potendo perfino suggerire a coloro che lo seguono di effettuare donazioni e di sostenere economicamente quel determinato partito mediante collegamenti diretti alla pagina delle donazioni del sito ufficiale, ma non può usare gli strumenti di monetizzazione di Twitch per il finanziamento di una qualsiasi attività politica. Da questo divieto discende, quale logica conseguenza, anche quella di attivare meccanismi di finanziamento diretto a partiti e organizzazioni simili.

A parere dello scrivente, la piattaforma vuole impedire che gli strumenti di monetizzazione vengano investiti nel finanziamento di un’organizzazione politica, imponendo così una sorta di vincolo di destinazione a quanto guadagnato. Qualora tale condizione dovesse essere violata, Twitch potrebbe chiudere il canale o adottare altri provvedimenti restrittivi (ad esempio, impedire la monetizzazione).

Dalle condizioni per l’utilizzo del servizio si evince che Twitch non può essere utilizzato per raccogliere fondi per un partito politico oppure altro organismo similare (compresi candidati, ecc.):

  • direttamente, cioè collegando gli strumenti di monetizzazione del canale al partito, in modo da trasmettergli direttamente i guadagni;
  • indirettamente, cioè devolvendo gli introiti guadagnati con la monetizzazione del canale.

È invece possibile che l’utente possa, nei suoi video, sponsorizzare un partito politico invitando a effettuare donazioni direttamente al partito, al di fuori ovviamente della piattaforma Twitch.

Né può ovviamente essere impedita l’espressione del proprio pensiero politico. Si può perfino inserire il collegamento al sito del partito oppure alla pagina delle donazioni a un comitato politico, e invitare gli spettatori a fare donazioni dirette.

Insomma: Twitch vuole restare fuori dal finanziamento della politica (lo si capisce anche laddove dice «I candidati a incarichi politici non sono idonei all’utilizzo di qualsiasi strumento di monetizzazione di Twitch sui propri canali»), pur non impedendo la libertà di espressione del proprio pensiero (non potrebbe farlo, essendo una libertà costituzionalmente garantita).

Laddove si dice che «l’Utente accetta che tali attività sono da considerarsi iniziative interamente personali», vuol dire che il titolare del canale garantisce che la sua attività a favore della politica sia genuino e non su commissione di altri, magari proprio di colui che beneficia dell’invito a donare.

La violazione dei divieti comporta conseguenze che restano nell’ambito del rapporto con Twitch; una sorta di inadempimento contrattuale, insomma. Di conseguenza, Twitch potrebbe chiudere il canale o adottare altri provvedimenti. In casi gravi (ma è difficile ipotizzarne) potrebbe perfino chiedere il risarcimento dei danni.

In estrema sintesi: chi apre un canale su Twitch può chiedere che si doni a un’organizzazione politica, ma non utilizzando gli strumenti di monetizzazione tipici della piattaforma! Il titolare del canale può invitare solamente a fare donazioni dirette al partito (mediante il sito istituzionale o l’utilizzo di classici strumenti di pagamento, come il bonifico, ecc.), ma non può usare (né tantomeno sollecitare l’uso di) qualsiasi strumento di monetizzazione di Twitch allo scopo di donare (direttamente o indirettamente, per tale dovendosi intendere, a parere dello scrivente, la locuzione “trasmettere donazioni”) a favore di detti organismi. Ciò significa che il titolare del canale, nell’ambito degli strumenti di Twitch, può chiedere donazioni per sé, ma non per il partito, né può invitare a donare a sé con la promessa poi di devolvere le somme ricevute al partito. Insomma: non si può monetizzare per donare ai partiti.

Per essere ancora più chiari, si riporta un esempio. Se Tizio apre un canale Twitch, può dire “Donate al partito X”, ma gli strumenti per effettuare la donazione devono esulare da Twitch (ad esempio, come recitano le condizioni, si possono fornire collegamenti al sito Web ufficiale di un comitato politico, compresa la pagina delle donazioni). Tizio non potrà invece dire “Donate a me, perché poi queste somme verranno trasmesse al partito X”, né utilizzare altri strumenti messi a disposizione di Twitch che consentano la trasmissione di danaro dal proprio canale ai partiti.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Mariano Acquaviva



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