Covid: le conseguenze sulla busta paga


C’è chi scende e c’è chi sale nella «classifica» delle retribuzioni rimodellate dalla pandemia. Uno studio fotografa la situazione.
Uno sguardo all’impresa privata e al suo stato di salute, dopo il passaggio dell’uragano Coronavirus. Assume queste sembianze il 28esimo Rapporto Retribuzioni di Odm Consulting, società di consulenza Hr di Gi Group, che ha scattato un’istantanea dei settori in perdita e di quelli che, invece, si sono rinvigoriti durante l’emergenza sanitaria.
I dati riguardano qualcosa come quindici milioni di lavoratori. Tra le aziende travolte dal Covid e dalle sue restrizioni quelle attive in ambito moda, turismo, commercio al dettaglio, industria tessile e dell’abbigliamento.
Qui, il Coronavirus ha inciso pesantemente sulle buste paga, determinando un trend retributivo al ribasso. In particolare, i lavoratori di queste aziende hanno perso, in media, 300 euro di stipendio. Peggio di tutti il commercio al dettaglio, dove gli introiti sono diminuiti all’incirca di 500 euro al mese.
Chi invece se l’è passata meglio, nonostante il periodo difficile, sono le imprese farmaceutiche, la logistica, la grande distribuzione, le compagnie di energia elettrica, gas e acqua e il comparto alimentare.
Qui si è assistito, al contrario, a una lievitazione delle somme in busta paga. Fenomeno che ha interessato soprattutto i lavoratori dell’industria farmaceutica, che si sono ritrovati con uno stipendio più alto – mediamente – di mille euro. In generale, invece, negli altri ambiti appena menzionati, la crescita è stata di 600 euro in più nella paga mensile.