Si parte dal giallo con divieto di spostamenti tra Regioni, poi il weekend arancione. Da lunedì, si ragionerà per territori a seconda dell’Rt di ciascuno.
Prima la zona gialla rafforzata, poi la fascia arancione, poi si vedrà. Il decreto approvato nella notte dal Consiglio dei ministri lascia un po’ di fiato dopo le dure restrizioni anti-Covid del periodo natalizio e di Capodanno. Quel tanto di fiato che basta, però, per prendere aria da trattenere nei prossimi giorni.
Il 7 e l’8 gennaio, cioè giovedì e venerdì di questa settimana, l’Italia tornerà in giallo. Ma sarà un giallo scuro, per così dire. I negozi potranno riaprire per i saldi fino alle 21. Bar, ristoranti e pasticcerie saranno aperti fino alle 18, dopodiché potranno solo lavorare per l’asporto fino al coprifuoco delle 22 o per la consegna a domicilio. Si ritornerà in aula nelle scuole elementari e medie. E ci si potrà spostare all’interno della Regione di residenza senza l’autocertificazione. Ma non si potrà varcare il confine della Regione se non per i soliti motivi di lavoro, salute o di comprovata necessità. Tale divieto resterà in vigore fino al 15 gennaio.
Sarà possibile spostarsi una sola volta al giorno, al massimo due persone insieme con minori di 14 anni, per andare a trovare parenti o amici nella stessa Regione. E sarà, comunque, consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma. Significa che si potrà andare nella seconda casa solo se si trova all’interno della Regione.
Sabato 9 e domenica 10 gennaio si torna in zona arancione, con tutte le regole stabilite per questa fascia dal Dpcm dei primi di dicembre. Vuol dire che resteranno aperti solo i negozi, mentre bar, ristoranti, pasticcerie o pub dovranno chiudere di nuovo. Si potrà fare una passeggiata ma senza uscire dal proprio Comune: lo spostamento sarà consentito solo per motivi di lavoro, di salute o di comprovata necessità o per tornare nel luogo di residenza o di lavoro, ma non nelle seconde case.
Restano in vigore le sanzioni da 400 a 1.000 euro per chi viola le regole.
Dall’11 al 15 gennaio, giorno in cui scade il Dpcm attualmente in vigore, resta l’incognita. Di sicuro, ci sono solo un paio di cose: il ritorno in aula degli studenti delle superiori al 50% e il divieto di uscire dalla Regione di residenza, se non per i soliti motivi. Il resto verrà deciso venerdì, dopo il monitoraggio sui dati relativi all’andamento della pandemia.
Con una novità, però: sarà più facile finire in zona arancione o rossa. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha deciso di abbassare la soglia dell’indice Rt che fa scattare le fasce colorate. Così, chi raggiunge un Rt a quota 1 diventa subito arancione, mentre finisce in zona rossa chi ha un Rt da 1,25 in su.
Ecco perché, dunque, bisogna attendere la giornata di venerdì per sapere cosa succederà dall’11 gennaio in poi. L’ipotesi più gettonata è che non venga preso un provvedimento a livello nazionale ma che si torni a ragionare per territori. Sei, finora, le Regioni a rischio: Veneto, Liguria e Calabria sono quelle che quasi sicuramente si tingeranno di arancione (se non addirittura di rosso), mentre la stessa fine potrebbero fare Basilicata, Puglia e Lombardia.
Avevo anche letto che si stava pensando ad una zona bianca senza restrizioni. Insomma, non sanno più come colorare questa nostra nazione. Ma perché non hanno preso un provvedimento valido per tutti per un determinato periodo in modo da scongiurare il virus ed evitare di colorare periodicamente l’Italia? Cioè si faceva uno sforzo unico tutti insieme e poi si era pronti a ripartire. Invece qui sembra che si sta giocando a trovare gli escamotages per favorire spostamenti, accumulare la gente nei negozi e nei centri commerciali dando la possibilità di uscire e andare a fare shopping solo in giorni prestabiliti in cui ovviamente si creano gli assembramenti e si rischia maggiormente il contagio. Ma è normale: nessuno vuole restare chiuso e quando c’è la possibilità di uscire, la gente esce! Siamo stanchi di questa situazione e di questo pressing psicologico legato alla scelta dei giorni in cui si può fare qualcosa o meno. Mica oggi il virus c’è e domani non c’è più. Anzi, se domani siamo gialli o arancioni c’è maggior rischio di contrarlo visto che siamo “quasi liberi” e sembra che abbiano liberato le pecore
In pratica ora mi segno sul calendario queste indicazioni così non sbaglio perché mi sto seriamente confondendo su quali giorni si può fare un’uscita e in quali le uscite sono circoscritte ai motivi di salute, lavoro e urgenza. Stanno cambiando mille volte le cose e si rischia di non capirci più nulla. Ora, finalmente la decisione finale, sempre comunicata in extremis. Ma tanto, vedere com’è l’andamento della pandemia 3 o 4 giorni prima piuttosto che un giorno prima non dovrebbe cambiare tanto le cose
Ma per le scuole elementari e le medie come sarà la situazione? Quando è previsto il ritorno a scuola? Questi poveri piccoli stanno faticando a seguire le lezioni a distanza. All’inizio, abbiamo preso in casa tutto come un gioco ma per chi lavora in smart working è difficile seguire il proprio foglio mentre ci sono altri impegni lavorativi. Vi ringrazio in anticipo per le vostre delucidazioni
Dopo uno scontro nel corso del Consiglio dei ministri, è stata decisa la riapertura delle elementari e medie il 7 gennaio. Come già anticipato nell’articolo, gli studenti dei licei e degli istituti superiori torneranno alla didattica in presenza l’11 gennaio al 50%.
Certo che è tutto un gran casino per evitare un secondo lockdown che avrebbe comportato altri soldi destinati ai lavoratori né stanno inventando di cotte e di crude.