Così potrebbe cambiare il Governo: chi entra e chi esce


Rimpasto o passaggio del premier al Quirinale per una crisi forzata che porti al Conte ter: ecco i nomi in lizza per il nuovo Esecutivo. Il ritorno di Boschi.
È questione di pochi giorni, ormai. Passata la tempesta del decreto natalizio e assestati i nuovi provvedimenti anti-Covid per dopo l’Epifania, nell’agenda politica ci sarà spazio soltanto per un restyling del Governo. Che si tratti di un rimpasto, come annunciato dallo stesso premier Giuseppe Conte la scorsa notte a margine del Consiglio dei ministri, o che si preveda un passaggio di Conte al Quirinale per aprire e chiudere subito una crisi pilotata, come vorrebbe Matteo Renzi, quel che è certo è che l’attuale Esecutivo non durerà a lungo.
L’alternativa, dunque, è tra un «Conte bis-bis» e un «Conte-ter». La prima è quella che prevede il rimpasto, con l’ingresso di nuovi esponenti dei partiti della maggioranza a discapito di alcuni ministri e con uno spostamento degli equilibri all’interno del Governo. La seconda ipotesi, quella della crisi pilotata, almeno secondo le intenzioni di Renzi, dovrebbe vedere all’Esecutivo i pesi massimi delle forze di maggioranza con ruoli di rilievo, nei ministeri che contano o, addirittura, come vicepremier, ricalcando il modello del primo Governo di Conte che aveva accanto a sé i leader di Lega e Movimento 5 Stelle, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
In caso di rimpasto, secondo le indiscrezioni riportate oggi dal Corriere della Sera, ci sarebbe un clamoroso ritorno di Maria Elena Boschi, che potrebbe occupare o la poltrona della Pd Paola De Micheli al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture o quella della pentastellata Nunzia Catalfo a capo del ministero del Lavoro. A Conte non dispiacerebbe, visto che ha un buon rapporto con l’attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera.
Ammesso e non concesso che Renzi non voglia entrare nell’Esecutivo, come più volte da lui stesso detto e ridetto, l’ex presidente del Consiglio potrebbe spingere dentro Ettore Rosato al ministero della Difesa al posto di Lorenzo Guerini, del Partito Democratico. In questo modo, sempre secondo le voci che girano nei palazzi che contano, Renzi avrebbe una buona stampella a cui appoggiarsi per tentare di arrivare alla Segreteria generale della Nato.
Due renziani che arrivano, due che potrebbero uscire senza troppi traumi: si tratta di Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, e di Elena Bonetti, a capo delle Pari opportunità e la Famiglia.
Tra i grillini, Di Maio «minaccia» di incatenarsi (metaforicamente parlando) al ministero degli Esteri nel caso qualcuno volesse il suo posto alla Farnesina. Esclude, quindi, di tornare a fare il vicepremier. Per quanto riguarda gli altri ministri del M5S, oltre a Nunzia Catalfo (il cui posto, come detto, potrebbe andare alla Boschi), rischia pure il titolare della Giustizia, Alfonso Bonafede. In bilico anche il sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, mentre l’attuale ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, potrebbe passare al Viminale al posto di Luciana Lamorgese. Anche se non si esclude al ministero dell’Interno una candidatura del dem Lorenzo Guerini.
Ultime possibili mosse, quelle di creare la figura del sottosegretario al Recovery plan, dopo la bufera sui sei super-manager che hanno fatto saltare i nervi a Renzi. Questo ruolo potrebbe essere ricoperto dal braccio destro di Nicola Zingaretti, Andrea Orlando. E poi, mettere la delega ai Servizi segreti nelle mani di Guerini, nel caso non andasse al Viminale.