Covid: le regioni a rischio restrizioni dall’11 gennaio


Si attende la nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, in vigore da lunedì.
Stesso sistema di regioni gialle, arancioni e rosse. Criteri parzialmente diversi. Anno nuovo, soglie nuove: sarà più facile entrare in zona arancione e rossa, perché è stato abbassato il tetto di ingresso.
Le nuove regole prevedono che basta un indice Rt (il valore che misura la potenziale trasmissibilità del virus) pari a 1 per entrare in zona arancione (prima era 1,25). Più bassa anche la soglia per la zona rossa, che adesso diventa 1,25 (mentre prima era 1,50).
In poche parole, sarà più facile avere regioni arancioni e rosse. Ed è questo il motivo per cui molte, da lunedì 11 gennaio, rischiano di lasciare la fascia gialla di minor rischio contagio Covid.
In particolare, sarebbero sette le regioni a rischio più alto: Lombardia, Liguria, Lazio, Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria. Il ministero della Salute deciderà, come sempre, a seconda dei dati, con un’ordinanza che verrà firmata domani ed entrerà in vigore lunedì.
Domani si avrà dunque certezza su quali saranno le regioni arancioni e rosse. Ma qualche ipotesi si può già fare alla luce degli ultimi dati. Il Lazio, per esempio, come Rt, è appena al di sotto di 1, insieme a Liguria e Puglia. La Lombardia è a 1. Emilia-Romagna e Veneto lo superano, con dei valori rispettivamente pari a 1,05 e 1,07. Quanto alla Calabria, secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss) è tra le regioni che hanno «un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore». Tutti questi territori potrebbero dunque entrare nella zona arancione. Questo comporterebbe l’impossibilità (se non per motivi di lavoro, salute e necessità, documentate con autocertificazione) di uscire dal proprio Comune, la chiusura di bar e ristoranti al pubblico (attivi solo per asporto e consegna a domicilio) e l’apertura dei negozi.
C’è anche un altro dato che fa pensare che mezza Italia, da lunedì, potrebbe tingersi di arancione e riguarda il superamento della soglia critica delle terapie intensive, cioè numero massimo di posti letto riempiti. In molte regioni, questa soglia – che è del 30% – è stata oltrepassata.
Nello specifico, la situazione è questa:
- Provincia autonoma di Trento (50%);
- Veneto (37%);
- Lombardia (38%);
- Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano, Umbria (35%);
- Puglia (33%);
- Lazio (32%);
- Emilia Romagna, Marche, Piemonte (31%).
Oltre all’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, è atteso anche un nuovo dpcm, che dovrebbe entrare in vigore dal 16 gennaio. Sicuramente, resteranno il coprifuoco dalle 22 alle 5 e il blocco della mobilità regionale (salvo i soliti motivi autocertificati di lavoro, salute e necessità).