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Multa falsa sul parabrezza: il trucco per non farsi multare

10 Gennaio 2021 | Autore:
Multa falsa sul parabrezza: il trucco per non farsi multare

Lo stratagemma della multa rubata a un’altra auto può integrare truffa ai danni dello Stato e sottrazione di atto pubblico?

È un trucco vecchio quanto il Codice della strada: quello di lasciare l’auto in divieto di sosta e, per non farsi multare, posizionare sul tergicristalli una vecchia multa o il verbale “rubato” da un’altra auto in modo da ingannare il vigile che passa. Cosa dice la legge di una condotta del genere? Se una persona parcheggia in un posto dove non dovrebbe e si serve poi di una multa falsa per far credere alla polizia municipale di essere stato già multato è punibile? 

Il trucco della multa falsa per non farsi multare per divieto di sosta fa spesso discutere. Non sono mancati casi in cui sono fioccate le denunce. Ma una cosa è l’avvio dell’azione penale, un’altra invece è la condanna che, in casi come questo, è tutt’altro che scontata. Ed allora, cerchiamo di fare il punto della situazione.

Multa falsa sul parabrezza: è truffa?

Partiamo da un caso concreto. Sembra che a Varese, alcuni poliziotti abbiano denunciato un automobilista sia per tentata truffa ai danni dello Stato, sia per sottrazione di atto pubblico, poiché questi aveva sgraffignato, da un’auto lì vicina, un verbale per divieto di sosta e lo aveva posizionato sul proprio parabrezza in modo da ingannare i vigili e non farsi multare. 

Senonché, la condotta della truffa si configura tutte le volte in cui c’è un «artificio» o un «raggiro». L’artificio è una modificazione della realtà esterna, mentre il raggiro agisce sulla psiche della vittima. 

Nel nostro caso, però, chi ruba una multa o lascia sul tergicristalli una vecchia multa già subita in passato non sta creando un falso, non sta cioè modificando la realtà. Non ha mica riprodotto al computer un foglio del tutto simile alla contravvenzione, né ha modificato gli estremi di un vecchio verbale. 

Il poliziotto è sempre in grado di confrontare il documento presente sul vetro dell’auto e verificare che la data e la targa ivi riportati coincidano con la realtà. 

Insomma, se proprio vogliamo parlare di un inganno, dovremmo pensare a un inganno grossolano, che difficilmente può far cadere in errore un pubblico ufficiale, tenuto per legge a operare tutte le verifiche del caso nel momento in cui accerta un illecito. 

Peraltro, non dimentichiamo che gli agenti della municipale operano raramente “in tandem” e spesso, a ciascuno di questi, viene assegnato un tratto di strada. Il poliziotto dovrebbe quindi essere in grado di ricordare quali auto ha già multato e quali no. Se, invece, per pigrizia, si limita a scorgere da lontano la presenza di un foglio sul parabrezza e, solo per questo, si astiene da ogni ulteriore verifica, si potrebbe piuttosto parlare di una sua negligenza nel compimento degli atti del proprio ufficio.

Ecco come un ragionamento di questo tipo, insinuato dall’avvocato della difesa, potrebbe capovolgere letteralmente la sorte del processo. Del resto, se è vero che il vigile si è accorto dell’inganno è anche verosimile che l’inganno non era talmente fine da poterlo trarre in errore. È vero, c’è pur sempre il tentativo, ma una persona di media diligenza non dovrebbe limitarsi a presumere qualcosa, a distanza di metri, senza prima averla accertata in prima persona. 

Rubare la multa degli altri: che succede?

Se dunque è tutt’altro che scontata la condanna per truffa a chi mette sul tergicristalli una multa altrui o anche propria pur di non farsi multare, vediamo invece se chi ruba il verbale a un altro veicolo può rispondere del reato di sottrazione di atto pubblico. Il Codice penale, a riguardo, punisce solo le condotte di «occultamento», «distruzione» e «soppressione»: nessuno di questi verbi però rientra nel caso da noi analizzato. E siccome le norme penali non possono essere mai oggetto di interpretazione analogica, non possono cioè estendersi oltre al loro significato letterale, dovremmo ritenere che anche in questo caso l’accusa potrebbe vacillare.

Il condizionale è sempre d’obbligo però quando si parla di legge. I giudici infatti ci hanno abituato a clamorosi colpi di scena e ad interpretazione a volte discutibili.

Quindi, il consiglio migliore, è sempre quello di non rischiare. Questo perché è da sciocchi cadere in una sanzione penale pur di evitarne una di carattere amministrativo di valore assai esiguo.  



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