Deepfake: come difendersi dal furto d’identità


Immagini e voci rubate per ricreare una finta persona del tutto uguale a quella vera e collocarla in un altro contesto, a volte imbarazzante: come evitarlo.
Qualcuno ti ha visto su Internet dove non vorresti mai trovarti. Qualcuno ha diffuso su WhatsApp un messaggio con la tua voce in cui dici delle cose che non avresti mai voluto pronunciare. Il vero problema è che né ti trovavi in quel posto né hai mai pronunciato quelle frasi. Significa che sei rimasto vittima di un nuovo fenomeno alla portata di tutti che si chiama deepfake. È, a tutti gli effetti, un furto d’identità perché si tratta di un sistema, figlio dell’intelligenza artificiale, in grado di modificare i movimenti del tuo volto e di riprodurre in modo piuttosto fedele la tua voce. Elementi non difficili da reperire, visto che ormai chiunque ha sui social una sua foto o un video in cui parla di qualcosa. Così, oggi qualcuno può farti dire, mostrando anche la tua faccia, l’esatto contrario di quello che pensi grazie al deepfake. Come difendersi dal furto d’identità creato da questo software è quello che vedremo di seguito.
Indice
Deepfake: cos’è?
Una volta si faceva con gli strumenti musicali: il loro suono veniva campionato e utilizzato grazie ad un software nelle serate di piano bar o nei concerti in cui si aveva la necessità di risparmiare sul numero di musicisti. Ci si portava dietro, insomma, un’imitazione quasi perfetta di un’intera orchestra in un solo strumento. La tecnologia si è poi raffinata fino ad arrivare all’intelligenza artificiale, grazie alla quale oggi è possibile fare di tutto. Il problema che si pone è il solito: c’è chi la usa per il bene della comunità e chi la utilizza per qualche sporco gioco che gli procuri un tornaconto.
Il deepfake si muove in quest’ultima direzione. Si tratta di fotografie, audio o video che partono da un contenuto reale e che vengono modificati con dei software in grado di ricreare, con un realismo stupefacente, un volto, una voce, un intero corpo umano, di dare un certo movimento alle immagini. In pratica, si riesce a produrre una sorta di clone di una persona molto somigliante. All’insaputa di questa persona, ovviamente.
Deepfake sta per «fake», cioè falso, e «deep learning», ovvero una tecnologia frutto dell’intelligenza artificiale simile a quelle app che già conosciamo e che ci fanno vedere più vecchi, più belli, addirittura di sesso diverso. Partendo sempre, però, da immagini reali. Il tutto era iniziato per dare una mano ai produttori cinematografici, sviluppando costosi software per ricreare effetti speciali. Oggi, anche dal punto di vista economico, sono alla portata di tutti.
Deepfake: quali sono i rischi?
È facile intuire che il rischio maggiore dei deepfake sia quello di diventare ciò che non si è, con tutte le conseguenze. L’utilizzo di questi software senza il consenso della persona interessata è un vero e proprio furto d’identità. Non si ha più il controllo né della propria immagine né di quello che si dice. Si finisce per manifestare un pensiero magari del tutto discordante con quello vero e con delle sembianze molto somiglianti a quelle reali.
Inoltre, la vittima del deepfake rischia di essere inserita in un luogo in cui non si è mai trovato, con delle persone che nemmeno conosce e con cui non vorrebbe mai avere a che fare. Prova ad immaginare come ti sentiresti se trovassi «un altro te» in mezzo ad un’orgia, insieme a dei ricercati per mafia, in un raduno di delinquenti, al mare con un partner diverso dal tuo in atteggiamenti inequivocabili, magari dicendo delle cose con la tua voce che non ti passerebbero mai per la testa.
Il furto d’identità attraverso il deepfake può essere utilizzato anche in ambito politico, creando e pubblicando dei video con falsi leader di partito del tutto somiglianti nell’immagine e nella voce a quelli veri. Delle vere e proprie fake news, insomma. Si cerca, in questo modo, di influenzare l’opinione pubblica, per creare confusione o per screditare i leader stessi facendo in modo che dicano quello che non direbbero mai. Potrebbe essere il caso dei due Mattei, Salvini e Renzi, che appaiono abbracciati su un palco annunciando un’alleanza di Governo. Anche se in questo caso si capirebbe subito che si tratta di una fake news.
Altro rischio di rimanere vittima del deepfake è quello di subire delle attività illecite come lo spoofing, ovvero il furto di informazioni fatto da persone con cui abbiamo avuto apparentemente a che fare ma dietro alle quali si nascondono delle false identità. Può essere il caso del finto impiegato della tua banca che ti videochiama con la scusa di darti un appuntamento per discutere circa la tua posizione finanziaria e, in questo modo, entrare in possesso dei tuoi dati sensibili, compresi quelli legati al rapporto bancario.
Sempre in tema di sicurezza, il deepfake può essere utilizzato per accedere a sistemi riservati tramite il riconoscimento facciale o vocale. Pensa, ad esempio, a chi attiva e disattiva l’allarme di casa con questo tipo di sistemi.
Deepfake: il rischio del deepnude
Poche cose al mondo possono far saltare in aria un rapporto sentimentale importante, se non addirittura l’intera famiglia, come un’immagine del fidanzato, della moglie o del compagno insieme ad un’altra persona, a letto, nudi, sorridenti e appagati. Chi non ha mai voluto avere una doppia vita ora può trovarsi in una situazione come questa per colpa del deepnude, cioè del deepfake che mostra una persona a caso, completamente ignara del fatto, in situazioni esplicite e piuttosto compromettenti con presunti amanti (e non è detto che l’amante sia soltanto uno o una). Colpa sempre dei software che riescono ad inserire le fattezze e la voce di un determinato soggetto in un contesto in cui non si è mai trovato. O togliendogli i vestiti da una foto per ricreare quello che potrebbe essere il suo corpo nudo. Il tutto, a colpo d’occhio, con un risultato estremamente realistico.
Va da sé che questo tipo di furto d’identità si presta molto bene al ricatto, come già successo ad alcuni vip. Ma anche al semplice «divertimento» di chi vuole farla pagare a qualcuno o si vuole prendere gioco di lui: altro non è, in quest’ultimo caso, che una forma di cyberbullismo.
Deepfake: come proteggersi
Il nemico va contrastato con lo stesso nemico. Per difendersi dai deepfake serve una mente simile a quella di chi li inventa, solo un po’ più furba. In pratica, servirebbe un deepfake del deepfake che riesca a capire il meccanismo per fermarlo a monte. Motori di ricerca e social media si stanno dando da fare per contrastare il fenomeno a colpi di algoritmi di intelligenza artificiale. Lo scopo è quello di individuare il deepfake e di inviare delle segnalazioni ai propri utenti prima che il danno sia fatto.
Il malintenzionato che non si fa troppi scrupoli a fare i furti di identità è un passo avanti: le soluzioni tecnologiche devono ancora arrivare. Ma, nel frattempo, si possono prendere delle precauzioni; ad esempio:
- tenere sotto controllo la diffusione delle proprie immagini, in particolare quelle dei minori (i figli in vacanza con i genitori, durante la recita di scuola, alla festa di compleanno, ecc.): una volta finite sui social network, chiunque le può scaricare e manipolare come e quando vuole;
- osservare bene l’immagine che ci viene proposta ad un certo scopo: ci può essere sempre un piccolo difetto che aiuta a scoprire il falso, come una sgranatura, una sfuocatura, un movimento discontinuo o che rappresenta un modo di fare diverso rispetto a quello solito della persona rappresentata, una voce alterata, un tic, ecc.;
- in caso di sospetto, segnalarlo al social tramite il quale è stato ricevuto. E se si teme che l’immagine, il video o l’audio possano costituire reato, comunicarlo alle forze dell’ordine.