Addio all’asporto nei bar dopo le 18, spostamenti vietati tra regioni gialle, più facile finire in zona rossa. Stato di emergenza fino al 30 aprile.
Tanto bastone e poca carota. Ci sarà un’ulteriore stretta sulle misure anti-Covid previste nel nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio. Il Governo illustra oggi ai presidenti delle Regioni le norme che ha messo a punto nel vertice di maggioranza di ieri e che il ministro della Salute, Roberto Speranza, comunicherà mercoledì in Parlamento. E saranno sempre le Camere a pronunciarsi a breve sulla proposta del Governo di prolungare lo stato di emergenza fino al 30 aprile.
Tra le novità più importanti, il divieto di asporto di cibi e bevande nei bar dalle 18. Verrà consentita solo la consegna a domicilio. Una misura, però, che non interessa i ristoranti.
Per quanto riguarda la mobilità, si vuole introdurre il divieto di spostamento tra le regioni gialle. Quello tra zone arancioni e rosse è, ormai, scontato, come già previsto dai primi di dicembre. Non dovrebbe cambiare la norma che consente di andare a trovare parenti ed amici una sola volta al giorno, purché si sia al massimo in due, accompagnati da figli minori di 14 anni.
Nelle zone gialle, potrebbero riaprire i musei, mentre cinema e teatri dovrebbero restare chiusi per tutto il mese di gennaio, così come palestre e piscine. Niente da fare per gli impianti sciistici. Lo stesso ministro Speranza (e non solo) l’ha fatto capire a chiare lettere: se le Regioni decidono di chiudere le scuole superiori, devono fare altrettanto con le pista da sci. Insomma, andare a sciare ma non andare a scuola – sostiene il Governo – non ha senso.
Il coprifuoco resta confermato tra le 22 e le 5.
Si fa largo l’ipotesi di creare una zona bianca, ma solo se l’indice Rt non arriva a 0,5 e se non si registrano più di 50 casi positivi ogni 100mila abitanti in una settimana. Una soglia difficilmente raggiungibile nelle prossime settimane, visto l’attuale andamento della pandemia. Se così fosse, comunque, in questi territori non ci sarebbe alcuna restrizione (scomparirebbe pure il coprifuoco), se non quelle di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale e di indossare ovunque la mascherina.
Viceversa, sarà più facile finire in zona rossa per chi conta 250 positivi ogni 100mila abitanti in una settimana. Basti pensare che, nelle ultime ore, diverse regioni superano quota 200, come il Veneto (qui, addirittura, ci sono stati ieri oltre 450 casi ogni 100mila abitanti), Emilia-Romagna, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche.