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Perché lo stipendio si paga il 27 del mese?

13 Gennaio 2021 | Autore:
Perché lo stipendio si paga il 27 del mese?

Saldo della retribuzione prima che termini la mensilità in corso: a quali lavoratori spetta questo beneficio?

Giorno 27, San Paganino: questa vecchia battuta indica che il 27 del mese è la giornata in cui molti lavoratori percepiscono lo stipendio.

Ma chi lo percepisce e perché lo stipendio si paga il 27 del mese? Innanzitutto, bisogna osservare che il saldo della retribuzione entro il giorno 27 del mese non riguarda la generalità dei lavoratori, ma soltanto la maggior parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Per gli altri lavoratori subordinati, il giorno di paga può dipendere dal contratto collettivo applicato o da ulteriori accordi, di secondo livello oppure individuali.

C’è chi, ad esempio, riceve lo stipendio entro il giorno 8 del mese successivo, chi entro il 5. La maggior parte degli accordi collettivi prevede comunque il pagamento della retribuzione entro il giorno 10 del mese successivo (ad eccezione della mensilità di dicembre, da corrispondersi entro il 12 gennaio), in modo da consentire al datore di lavoro di effettuare i calcoli in modo esatto, sulla base delle presenze del mese precedente.

Corrispondere lo stipendio entro lo stesso mese cui la busta paga si riferisce, invece, espone inevitabilmente a delle correzioni. Pensiamo al caso in cui il dipendente si ammali proprio nelle ultime giornate del mese: in simili ipotesi, il dovuto al lavoratore deve essere ricalcolato, in quanto la retribuzione a carico del datore può spettare in misura diversa dall’ordinario; inoltre, il dipendente ammalato ha generalmente diritto a un’indennità da parte dell’Inps.

Lo stipendio varia anche in caso di infortunio e di ulteriori assenze, retribuite o non indennizzate, come lo sciopero. Tali assenze comportano il pagamento della retribuzione in misura differente rispetto alle ordinarie giornate lavorative.

Può rendersi necessario un ricalcolo della retribuzione in misura differente, poi, nel caso in cui il dipendente svolga lavoro straordinario o supplementare.

Per ovviare a questi problemi, molti datori di lavoro utilizzano il cosiddetto calendario sfasato, che consente di emettere la busta paga nello stesso mese di riferimento e di gestire le variazioni il mese successivo.

Che cos’è lo stipendio?

Lo stipendio o, più correttamente, la retribuzione, è il compenso che il lavoratore percepisce come corrispettivo per la prestazione svolta a favore del datore di lavoro [1], che ha l’obbligo di erogarla ad intervalli temporali previsti dalla legge, dalla contrattazione collettiva o dalle parti, solitamente pari a un mese.

Contestualmente alla retribuzione, il datore di lavoro deve consegnare al lavoratore la busta paga, cioè il documento in cui è indicato quanto percepito e trattenuto al lavoratore nel mese, assieme ad ulteriori dati stabiliti dalla legge [2]. La busta paga deve contenere dati conformi a quanto riportato sul Libro unico del lavoro (Lul).

Per approfondire: Guida alla busta paga.

Da quando lo stipendio si paga il 27?

La scelta di accreditare lo stipendio dei pubblici dipendenti nel giorno 27 del mese appartiene al ministro delle Finanze e Capo del Governo d’Italia, Marco Minghetti, che aveva previsto questa data di corresponsione in una nota circolare [3].

Come anticipato, però, non tutti i dipendenti pubblici sono pagati proprio il 27 del mese. Innanzitutto, bisogna osservare che lo stipendio è erogato anticipatamente qualora il 27 ricada in un giorno festivo o alla domenica, nonché con riferimento alla tredicesima mensilità.

Inoltre, le date possono variare in base all’amministrazione di appartenenza.

Quando è pagato lo stipendio dei dipendenti pubblici?

Come appena osservato, il giorno del mese in cui è versato lo stipendio ai dipendenti pubblici non è sempre il 27, ma può cambiare, a seconda dell’amministrazione a cui appartiene il lavoratore, del suo inquadramento e della categoria di appartenenza.

Ai dipendenti del comparto scuola, ad esempio, si applica un recente decreto [4], nel quale sono contenute le disposizioni in materia di date e modalità di erogazione degli stipendi.

Ordinariamente, in merito all’accredito dello stipendio su conto corrente (postale o bancario), le giornate indicate sono le seguenti:

  • ogni 22 del mese per gli insegnanti delle scuole materne ed elementari;
  • ogni 23 del mese per il personale amministrativo impiegato nelle direzioni provinciali del Tesoro con ruoli di spesa fissa;
  • ogni 24 del mese per il restante personale statale;
  • ogni 27 del mese per i docenti con supplenze brevi.

Quando è pagato lo stipendio dei dipendenti privati?

Per sapere quando deve essere corrisposta la retribuzione dei dipendenti dalle aziende del settore privato, è necessario far riferimento alle previsioni della contrattazione collettiva, o individuale, se più favorevoli. La maggior parte dei contratti collettivi prevede, comunque,  il pagamento entro il giorno 10 del mese successivo.

Come deve essere pagato lo stipendio?

Lo stipendio, nella maggior parte dei casi, non può essere pagato in contanti: dal 1° luglio 2018 vige infatti l’obbligo di pagare le retribuzioni esclusivamente in modo tracciabile.

Le modalità di erogazione della retribuzione permesse sono:

  • bonifico sul conto corrente identificato dal codice Iban indicato dal lavoratore;
  • strumenti di pagamento elettronico, come il versamento effettuato su carta di credito prepagata, intestata al lavoratore, anche se si tratta di una carta senza Iban;
  • pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dell’istituto in cui il datore di lavoro ha un conto corrente ordinario o di tesoreria, con mandato di pagamento a favore del dipendente;
  • emissione di un assegno consegnato direttamente al lavoratore o a un suo delegato;
  • pagamento sul libretto di prestito, per i soci lavoratori di cooperativa;
  • utilizzo del vaglia postale, emesso con l’indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario, che contenga la clausola di non trasferibilità.

Che cosa succede se non è pagato lo stipendio?

Il mancato pagamento della retribuzione, al di fuori delle ipotesi di mero e breve ritardo, costituisce un gravissimo inadempimento da parte del datore di lavoro, che solo in casi molto particolari può risultare giustificato. Per saperne di più, leggi: Mancato pagamento dello stipendio.


note

[1] Art. 2099 Cod. civ.

[2] L. 4/1953.

[3] Circ. n. 4 del 23/04/1864.

[4] Decreto direttoriale MIUR 350/2019.

Autore immagine: pixabay.com


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1 Commento

  1. “Pensiamo al caso in cui il dipendente si ammali proprio nelle ultime giornate del mese: in simili ipotesi, il dovuto al lavoratore deve essere ricalcolato, in quanto la retribuzione a carico del datore può spettare in misura diversa dall’ordinario; inoltre, il dipendente ammalato ha generalmente diritto a un’indennità da parte dell’Inps.”

    e quindi? Chi lavora nel settore pubblico non deve ricalcolare? e nei paesi fuori Italia, vedi Germania dove lo stipendio è accreditato a fine mese, non devono forse ricalcolare?

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