Recovery plan: gli investimenti approvati dal Governo


Alta velocità, trasporto locale sostenibile, salute, istruzione e ricerca, inclusione sociale: le «missioni» del Piano che ora arriverà in Parlamento.
Con l’astensione delle due renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla proposta di Piano nazionale di Ripresa e resilienza (Pnrr) che arriverà in Parlamento per le valutazioni di Camera e Senato. Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano nuovi progetti mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a progetti in essere che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del Pnrr, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e, quindi, di spesa.
Il Piano si articola in sei missioni o aree tematiche strutturali di intervento, vale a dire:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- rivoluzione verde e transizione ecologica
- infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- inclusione e coesione;
- salute.
Con il Piano, il Governo «intende massimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota supera il 70%. Gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate – si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi – è stato possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno».
Il primo 70% delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il Piano prevede inoltre che il restante 30% delle sovvenzioni sia speso tra il 2023 e il 2025. I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale. Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei nuovi progetti sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.