Nel nostro ordinamento, è possibile assumere un lavoratore con diverse tipologie contrattuali.
Ti sei affacciato per la prima volta nel mercato del lavoro. Ti chiedi quali sono le tipologie contrattuali con le quali potresti essere assunto presso un’impresa. Vuoi sapere qual è la forma contrattuale migliore che ti garantisce il maggior numero di diritti.
Soprattutto dopo la liberalizzazione del mercato del lavoro, avvenuta alla fine degli anni novanta ed all’inizio degli anni duemila, oggi, nel nostro ordinamento, sono numerose le tipologie contrattuali con le quali può essere assunto un lavoratore da parte di un’impresa.
Ma qual è il miglior contratto di lavoro? Rispondere a questa domanda non è semplice poiché dipende, in larga misura, da quali sono le aspettative del lavoratore. Dal punto di vista delle tutele, il miglior contratto è sicuramente il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Indice
Cos’è il contratto di lavoro?
Il contratto di lavoro è l’accordo in base al quale una parte, detta datore di lavoro, attribuisce all’altra parte, detta lavoratore, il compito di svolgere una determinata prestazione di lavoro, per un determinato numero di ore e in una determinata sede di lavoro, e, in cambio, si impegna ad erogare al prestatore di lavoro una retribuzione mensile.
Nel nostro ordinamento, ci sono diverse tipologie di contratto di lavoro attraverso le quali può essere assunto un dipendente. Affermare qual è il miglior contratto di lavoro non è, quindi, semplice perché bisogna capire, innanzitutto, quali sono le aspettative del dipendente.
Nell’ambito dei rapporti di lavoro subordinato, ed escludendo dunque l’area del lavoro autonomo, il miglior contratto di lavoro è quello a tempo indeterminato.
Il contratto a tempo indeterminato
La legge prevede che la forma comune per l’assunzione del dipendente sia il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato [1]. Questa tipologia contrattuale si caratterizza per la presenza del vincolo di subordinazione che lega il lavoratore al datore di lavoro [2]. Ne deriva che il lavoratore deve svolgere la prestazione lavorativa seguendo le istruzioni, le direttive e gli ordini impartiti dal datore di lavoro.
A fronte della soggezione a tale vincolo di subordinazione, tuttavia, tale tipologia contrattuale offre al lavoratore importanti diritti e tutele.
Innanzitutto, nel caso del contratto a tempo indeterminato, non è prestabilita una data di scadenza del rapporto e, dunque, il lavoratore può avere una certa stabilità nel tempo e programmare con una certa serenità i propri impegni familiari e di vita. Infatti, il datore di lavoro potrà licenziare il dipendente e porre fine al rapporto di lavoro solo a fronte di una giusta causa o di un giustificato motivo.
Inoltre, il lavoratore assunto con contratto a tempo indeterminato, ha accesso ad una serie di diritti e di tutele come, tra gli altri il:
- diritto a svolgere le mansioni per cui è stato assunto;
- diritto a non essere trasferito in un’altra sede di lavoro in assenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive;
- diritto alle ferie e riposi;
- diritto ad una retribuzione che sia pari almeno ai minimi salariali previsto dal Ccnl applicato;
- diritto ad assentarsi dal lavoro e a ricevere specifici trattamenti economici in caso di malattia, infortunio gravidanza;
- diritto al pagamento dei contributi previdenziali;
- diritto al Tfr.
È opinione comune che il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sia il miglior contratto di lavoro proprio perché garantisce particolari tutele e diritti del lavoratore.
Il contratto a tempo determinato
Il contratto a tempo determinato [3] offre al lavoratore tutti i diritti e le tutele previsti dal contratto di lavoro a tempo indeterminato e, dal punto di vista delle garanzie, può essere dunque considerato del tutto analogo al contratto a tempo indeterminato.
C’è, tuttavia, un elemento fondamentale che rende questa tipologia contrattuale maggiormente precaria rispetto al contratto a tempo indeterminato. Si tratta della presenza del termine. In questo contratto, infatti, le parti prestabiliscono sin dall’inizio quale sarà la data di scadenza del rapporto contrattuale. Ne consegue che tale contratto offre meno certezze per il futuro al lavoratore.
Contratto a chiamata
Sempre nell’ambito dei rapporti di lavoro subordinato, il contratto che offre minori certezze per i lavoratori è il contratto di lavoro intermittente [4]. Con questo contratto, infatti, il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro che potrà chiamarlo per prestazioni di lavoro di durata indefinita. Ne consegue che, con questo contratto, il lavoratore non sa se verrà chiamato e, in caso affermativo, per quanto tempo potrà lavorare.
Il lavoratore a chiamata, dunque, non avrà alcuna certezza sul suo futuro retributivo e non potrà, quindi, conseguentemente programmare la propria vita.
note
[1] Art. 1 D. Lgs. 81/2015.
[2] Art. 2094 cod. civ.
[3] Art. 19 D. Lgs. 81/2015.
[4] Art. 13 D. Lgs. 81/2015.