Lungo l’elenco dei territori che, con i dati attuali, corrono il pericolo di restrizioni più forti.
I numeri del momento condannano mezza Italia a usare le maniere forti contro il Coronavirus, quindi a norme anticontagio più rigorose. Domani il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e del ministero della Salute comunicheranno l’indice di trasmissione del contagio (Rt) regione per regione, anticipando le ordinanze del ministro Roberto Speranza che daranno nuovi colori all’Italia dal 17 gennaio.
Intanto, per quella che è la situazione attuale, 12 sono i territori a rischio, tra regioni e province autonome, dunque quelli che hanno forti probabilità di entrare in zona arancione (dove sono vietati, in generale, gli spostamenti tra un Comune e l’altro) e in zona rossa (dov’è vietato uscire di casa, se non per autocertificati motivi di lavoro, salute e necessità).
Ricordiamo la tempistica: domani il report di ministero e Iss; dopodomani, sabato 16 gennaio, l’entrata in vigore del nuovo Dpcm; domenica 17 gennaio diventano invece esecutive le ordinanze del ministero della Salute che assegnano i nuovi colori alle regioni, in virtù dei dati del monitoraggio. Quindi, fino al 16 compreso dovrebbe restare valida la colorazione attuale, cioè:
- zona gialla: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle D’Aosta;
- zona arancione: Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Veneto.
Ora come ora si colorerebbero di arancio (per l’Rt superiore a 1) le seguenti regioni e province autonome: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Piemonte, Umbria, province autonome di Bolzano e Trento.
Con uno dei vecchi decreti questo non sarebbe accaduto: prima infatti si entrava in zona arancione con Rt superiore a 1,25, ma il nuovo Dpcm prevede un abbassamento a 1 della soglia d’ingresso nella fascia mediana di rischio.
Stesso discorso per il colore rosso: il nuovo Dpcm abbassa il valore dell’Rt per l’ingresso in zona rossa da 1,50 a 1,25. Perciò, allo stato attuale dell’Rt regionale, rischiano di tingersi di rosso Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna, attualmente tutte arancioni insieme al Veneto e alla Calabria. Queste tre regioni, dunque, andrebbero incontro alle restrizioni più severe.
Restrizioni volute, nel caso della Sicilia: il governatore Nello Musumeci ha dichiarato che «alla luce dell’aumento dei contagi, che è ulteriormente progredito rispetto alla scorsa settimana» è stata sottoposta al Governo «la proposta di dichiarare per due settimane la zona rossa in Sicilia».
«L’istanza – ha proseguito il presidente della Regione Siciliana – sarà valutata nella cabina di regia convocata per domani a Roma e, ove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, prudenzialmente domani stesso procederò con mia ordinanza ad applicare le limitazioni previste per le zone rosse in tutte le aree regionali a maggiore incidenza di contagio, come peraltro richiesto da numerosi sindaci».