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Le leggi italiane meno rispettate

15 Gennaio 2021 | Autore:
Le leggi italiane meno rispettate

Tutte le norme che sono in desuetudine ma che restano ugualmente obbligatorie: ecco quali leggi gli italiani violano più spesso. 

Il senso del dovere verso una legge è proporzionale al rischio di ricevere una sanzione nel caso in cui questa venga violata. Purtroppo, il rispetto delle norme passa sempre dalla paura per le punizioni che ne potrebbero scaturire. Così, il più delle volte, quando a un comando non corrisponde un effettivo controllo delle autorità, il popolo se ne dimentica. 

Chi conosce l’Italia, e soprattutto il suo popolo, sa bene che l’elenco delle leggi italiane non rispettate è assai ampio. Si chiama “desuetudine” ed è la costante e generalizzata inosservanza di una norma. Tuttavia, il nostro ordinamento non consente alla desuetudine di abrogare le leggi. Diversamente, sarebbe fin troppo facile sbarazzarsi di obblighi scomodi. Il fatto che tutti quanti non rispettino i limiti di velocità non fa sì che questi non siano più obbligatori. 

Individuare quali sono le leggi italiane meno rispettate non è difficile, proprio per l’ampia scelta che si prospetta davanti. Ciò nonostante cercherò, qui di seguito, di indicare, accanto ai casi più eclatanti ed a tutti noti, quelli più singolari. 

Leggi meno rispettate su internet

Partiamo dal web. Le leggi meno rispettate sono sicuramente quelle sul diritto d’autore. Tutti scarichiamo file da internet come film, musica, videogiochi, programmi. Molti siti rubano interi articoli ai giornali online per caricarli altrove. Senza contare il furto delle immagini nonostante non siano freeware. 

Il fatto di non trovare la “c” con il cerchietto di copyright o la scritta “tutti i diritti riservati” non fa sì che i contenuti siano di pubblico dominio. Tantomeno il fatto di pubblicare un’opera sul web fa sì che la stessa possa essere liberamente condivisa. Al contrario, è sempre necessario il consenso del suo autore. 

Sempre sui social è possibile riscontrare un gran numero di account falsi. Molti di questi non sono illegali: si tratta di semplici nickname che non sono vietati dalla nostra normativa. Scatta però il reato di sostituzione di persona quando qualcuno si spaccia per qualcun altro o quando fa credere ad altri di avere delle qualifiche o delle qualità che non ha (come ad esempio chi dice di essere single e non lo è o chi si vanta di lavorare per una grande azienda che invece non esiste).

Leggi meno rispettate sulla privacy

Super violata è la legge sul divieto di inviare messaggi pubblicitari non richiesti. Lo spam è vietato dalla legge sulla privacy. Eppure tutti riceviamo email o sms promozionali senza aver mai dato il nostro consenso. La Cassazione ha detto che non si può fare causa per una semplice email sgradita: si tratta di un inconveniente che non crea un danno tale da poter giustificare il ricorso al giudice. Fatto sta che tutti, ogni giorno, troviamo i nostri account di posta elettronica letteralmente intasati.

Vogliamo spendere poi qualche parola sui famigerati call center? Iscriversi al registro pubblico delle opposizioni è del tutto inutile. Con una strafottenza incredibile, gli addetti ti chiamano anche sul cellulare, in orari di riposo. E se chiedi loro – esercitando un tuo diritto – come hanno avuto il tuo numero, ti sbattono il telefono in faccia.

Leggi meno rispettate dai politici

Se dovessimo elencare le leggi non rispettate dai politici non finiremmo mai: dai rimborsi per i viaggi personali ai finanziamenti occulti ai partiti. Ciò che tuttavia avviene sotto gli occhi di tutti sono gli abusi durante la campagna elettorale. In quei giorni, assistiamo a un pullulare di manifesti propagandistici attaccati sui muri dei palazzi o su altre superfici dove invece non dovrebbero stare. Persone che si candidano a ripulire le nostre città dall’illegalità che iniziano, proprio loro, a sporcarle con atti illegali. I volti dei candidati possono essere affissi solo sugli appositi spazi individuati dai Comuni. E invece ce li troviamo davanti per tutti i successivi quattro anni.

Leggi meno rispettate per strada e nei locali

Bar, pub e discoteche non dovrebbero servire da bere ai minorenni. Eppure lo fanno tutti. Dovrebbero lasciare i servizi igienici puliti, eppure non succede. 

Buttare cicche di sigarette per strada è vietato. Così come è vietato far defecare il proprio cane senza raccoglierne gli escrementi. Invece, le nostre strade sono piene di mozziconi e di pupù.

È vietato andare in skateboard o rollerblade sui marciapiedi. Ma tutti lo fanno.

È vietato imbrattare edifici, treni o metro con gli spray; eppure, le nostre città sono piene di graffiti. E – cosa ancora più grave – nessuno fa nulla per evitarlo e tutelare il decoro architettonico dei nostri centri urbani.

Non dimentichiamoci dei tanti portoghesi che viaggiano in treno o autobus senza biglietto.

Infine, passiamo al tanto bistrattato Codice della strada: alzi la mano chi non è mai passato con il rosso o ha sempre rispettato, al millesimo, i limiti di velocità. Certo, si potrà dire che i limiti sono a volte assurdi e che osservarli è impossibile, ma come ho detto in apertura la desuetudine non rende la legge meno efficace o vincolante.

Di notte, poi, è tutto un fioccare di auto che si appartano. Ma anche appartate, se sul luogo pubblico, le coppiette commettono «atti osceni in luogo pubblico» che non è un reato ma un illecito amministrativo punito abbastanza pesantemente. Bisognerebbe andare in uno sterrato o meglio in un hotel.

In luogo pubblico, è infine vietato bestemmiare. Ma tutti lo fanno.

Leggi meno rispettate sul lavoro

La legge meno rispettata nell’ambito del lavoro subordinato è l’utilizzo dei permessi per fini diversi da quelli consentiti dalla legge. Un tradizionale caso è quello dei tre giorni al mese di permesso previsti dalla legge 104 che dovrebbero essere impiegati per assistere un familiare disabile ma che invece vengono utilizzati per fare vacanza. Eppure, questa rientra tra i casi di licenziamento per giusta causa. 

Poi, ci sono i casi di falsa malattia. In quanti si prendono un giorno di malattia per sbrigare affari personali? Anche questo comportamento può costare il posto di lavoro.

Ci sono i curricula gonfiati, anche questi all’ordine del giorno.

Sicuramente, il fenomeno più grave è quello del lavoro in nero, che nessuna riforma è riuscita mai a contrastare del tutto.

E, poi, ci sono i dipendenti che si fanno licenziare solo per avere la disoccupazione o quelli che si fanno assumere in nero per non perdere la disoccupazione stessa. Anche questo è un fenomeno diffusissimo.

Negli uffici pubblici, è frequente il peculato: in molti usano gli strumenti di lavoro per fini personali, come la macchina delle fotocopie, il telefono, il materiale di cancelleria (che viene portato allegramente a casa) e così via.

E, infine, non poteva mancare la consuetudine di timbrare il cartellino per conto del collega. 

Leggi meno rispettate in campo fiscale

Quando parliamo di tasse, sono numerose le leggi non rispettate dagli italiani.

Partiamo dalle false residenze nelle seconde case studiate ad arte per usufruire delle esenzioni fiscali sull’Imu che spettano invece solo sull’abitazione principale. 

Moltissimi negozianti non emettono lo scontrino, così evadendo l’Iva. 

Poi, ci sono gli affitti in nero, per non pagare l’imposta di registro e l’Irpef sui canoni di locazione. 

Sempre in ambito “nero” c’è il fenomeno delle badanti non regolarizzate.

Una delle più tradizionali falsificazioni ha riguardato da sempre l’Isee fino a quando lo Stato non ha pensato di fare controlli più mirati. Ad esempio, stando agli Isee, l’80% degli italiani non ha un conto corrente. Ed invece è l’esatto contrario: oltre il 70% degli italiani ha un conto. Ovviamente, da un Isee falsificato derivano una serie di vantaggi socio-assistenziali a cui non si avrebbe altrimenti diritto (come bonus per asili, per mense, per autobus, edilizia popolare e così via).



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