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Non pagare la SIAE? A volte si può. Ecco quando

21 Gennaio 2014 | Autore:
Non pagare la SIAE? A volte si può. Ecco quando

Il dubbio (legittimo) che attanaglia musicisti, produttori e organizzatori di eventi quando hanno a che fare con la burocrazia SIAE è sempre lo stesso: ma certi adempimenti sono sempre obbligatori? Cerchiamo di fornire alcune indicazioni per illuminare questo impervio sentiero.

Ne abbiamo parlato fino alla sfinimento in vari articoli e post, anche sulle pagine di questo sito, e in generale nei forum e social network dedicati al diritto d’autore e al diritto dello spettacolo. Il 2013 è stato l’anno in cui il dibattito sul ruolo della SIAE si è fatto più acceso, fino ad arrivare a vere e proprie raccolte di firme e campagne di sensibilizzazione sul tema.

Ma è sempre obbligatorio…?

Il dubbio principale che sembra ossessionare gli operatori del settore (musicisti, interpreti, organizzatori di eventi, produttori, gestori di locali…) si riassume nella domanda: “È sempre obbligatorio fare X?”… dove X sta per uno degli svariati adempimenti (iperburocratizzati e spesso fuori dal tempo) che passano per la longa manus di SIAE: permessi, licenze, borderò, bollini…

Mi sono trovato attorno a un tavolo (fisicamente e virtualmente) con le persone più preparate in Italia sul tema; eppure nessuno si è mai sentito di fornire risposte univoche, per il semplice fatto che le norme non sono chiare. Una malattia generalizzata del sistema normativo italiano, ma che in questo caso si fa ancora più acuta.

Abbiamo pure scomodato politici di livello nazionale per cercare di risolvere la questione con una riforma chiarificatrice… ma ad oggi non si è arrivati ad una soluzione.

Allora, cosa possiamo fare?

Da un lato attendere che il tempo faccia il suo corso (e confidare nella riforma che presto verrà imposta dall’Unione Europea sul tema). Dall’altro, possiamo svegliarci e guardarci attorno, vedendo che in realtà, già nella situazione in cui siamo ora, ci sono casi chiari in cui l’ingerenza della SIAE può essere esclusa o quantomeno ridotta.

Riprendendo il recente articolo riassuntivo “Siae, guida pratica all’esenzione” di V. Cesari, ricordiamo innanzitutto che la SIAE non può pretendere nulla su opere di autori che non le hanno affidato la gestione dei propri diritti. Quindi, se utilizziamo musiche o opere i cui diritti sono scaduti oppure i cui diritti sono gestiti con strumenti alternativi (ad esempio le licenze Creative Commons) è opportuno tenere gli occhi bene aperti prima. Ecco i casi principali.

Caso 1: opere in pubblico dominio

Per fortuna il diritto d’autore non è eterno; arriva un momento nella vita di un’opera creativa in cui scade il termine di tutela previsto dalla legge ed essa diventa appunto di pubblico dominio, ovvero diventa patrimonio dell’umanità e nessuno può chiedervi royalties per il suo sfruttamento.

È il caso comune della musica classica o della musica popolare. E su questo punto di rimanda al testo della lettera che nel 2006 la Direzione Generale SIAE ha diramato alle sue sedi periferiche, relativamente all’abolizione del cosiddetto “diritto demaniale” (vedi testo del comunicato).

Si segnala anche il testo dell’accordo tra UNCALM (Unione Nazionale Circoli e Associazioni Liriche e Musicali) e SIAE, nel quale sono dettagliati chiaramente i casi in cui non è obbligatorio chiedere il permesso SIAE.

E sempre nello stesso articolo si trovano due utilissimi modelli di lettera-autocertificazione ad uso degli organizzatori di eventi.

Caso 2: opere con licenze libere

Prima che i diritti d’autore giungano alla loro scadenza naturale, gli autori possono decidere di rilasciare le proprie opere con licenze che ne consentano il libero utilizzo e la libera diffusione. Ci sono varie licenze che possono svolgere questa funzione e le più conosciute sono le licenze Creative Commons (per chi non conoscesse ancora questo mondo, consiglio la visione di questo ottimo filmato divulgativo).

In questo caso, i diritti non sono scaduti, ma l’autore ha comunque deciso di non demandare la loro tutela alla SIAE (o ad altro ente equivalente); ha preferito “autogestire” i suoi diritti, applicando all’opera una di quelle licenze.

Anche in questo caso (ovviamente dimostrando la presenza di tali licenze), la SIAE non deve pretendere alcunché.

Attualmente non sono ancora disponibili solidi modelli di lettera-autocertificazione per questa fattispecie, ma nelle prossime settimane verrà pubblicato un apposito vademecum rilasciato da Creative Commons Italia.

Il database delle opere SIAE

Ma con tutta la musica che viene prodotta massivamente, come faccio a sapere se una determinata opera è sotto tutela/gestione SIAE o meno?

Dal 15 settembre 2008 la SIAE ha reso accessibile a tutti, direttamente sul proprio sito web, l’archivio di Opere Musicali italiane e straniere da essa tutelate e gestite.

Se avete dubbi sullo status dei diritti di un’opera musicale, potete quindi fare una verifica voi stessi.

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Articolo sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0.

di SIMONE ALIPRANDI


note

Autore immagine: 123rf.com


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10 Commenti

  1. Ciao,
    esiste un qualche registro dove è possibile trovare le canzoni di pubblico dominio?
    Grazie

  2. Ciao,
    ma se io organizzo un evento con auto che all’interno hanno impianti audio e le lascio suonare liberamente a portiere aperte, devo pagare la Siae?
    Grazie.

  3. SALVE IO SONO PROPRIETARIO DI UNN CENTRO DI fISIOTERAPIA AL’INTERNO C’E UNA ARADIO PER FARE DA SOTTOFONDO AL CENTRO , ASCOLTO ESCLUSIVAMNETE CANALI RADIO, PERCHE’ DEVO PAGARE LA SIAE 128,00 EURO COME MI E’ STATO CHIESTO SE LA STESSA E’ GIA PAGATA DALLA RADIO EMITTENTE E IO NON FACCIO FESTE , INTRATTENIMENTI BAR ECC MA SOLO PER MERA COMPAGNIA DI SOTTOFONDO GRAZIE.

  4. Salve, sono titolare di un centro estetico. Come musica da ascolto per il mio locale utilizzo la musica classica o musica tramite cd originali di vario genere… Ma non ho già pagato la siae acquistando i cd originali? E’ vero che nulla è dovuto con la trasmissione della musica classica? Se utilizzassi la radio potrei evitare di pagare questa ennessima odiatissima tassa? Grazie per la cortese risposta. Saluti

  5. ciao faccio un progetto di circo sociale con ragazzi di strada, ogni tanto usciamo a fare qualche esibizione di giocoleria ed acrobatica, con musiche sia conosciute che non. ossia non coperte da copyright. devo pagare la siae?

  6. Organizzare un evento religioso e’ soggetto a pagamento SIAE ? ,se si,come si puo’ sopperire a questo pagamento se il ricavato dell’evento va a favore di un asilo o croce di qualsiasi colore o per una sedia a rotelle per un portatore di handicap ” si puo’ scrivere offerta minima di € 2 ( altrimenti mi mettono, nelle offerte, bottoni o centesimi )per un lavoro fatto molto grande e con sacrifici volontari grazie per la eventuale risposta

  7. Domanada: facendo una festa tra amici con musica dentro al giardino in una casa recintata senza far pagare niente , si deve pagare la siae?

  8. Buongiorno,
    Se utilizzassi la musica che trovo su NoCopyrightSound in un luogo pubblico come un parco o una palestra, è soggetta al pagamento SIAE? Grazie

  9. buonasera, devo registrare un cd con musiche del 1600 che servira come accompagnamento ad una mostra d’arte. devo pagare dei diritti per poterlo fare?

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