Reddito di cittadinanza per più famiglie nel 2021


Il Governo stima altri 700mila beneficiari nell’arco dell’anno: la pandemia ed il ritardo delle politiche attive del lavoro fanno aumentare la povertà.
Sarà anche una delle misure assistenziali più criticate, ma il Governo non molla nel tentativo di potenziarla di anno in anno. Questa volta, nell’arco del 2021, la platea di beneficiari del reddito di cittadinanza si allargherà di altre 700mila persone, il che significa un aumento dei destinatari del 25%.
Due i motivi principali di questo incremento: uno, ovviamente, riguarda l’impatto fortemente negativo che l’emergenza Covid ha avuto sull’economia in generale e sul mondo del lavoro in particolare. L’altro, il ritardo nell’attuazione delle politiche attive del lavoro. Insomma, la stima del Governo ci dice che oggi 700mila persone sono più povere rispetto a un anno fa.
Per correre ai ripari, o meglio per «metterci una pezza» in questa drammatica situazione, il Governo pensa di destinare attraverso il decreto Ristori 5, circa un miliardo o qualcosa in più per rifinanziare il reddito di cittadinanza. Più soldi, dunque, oltre a quelli già previsti nella legge di Bilancio, ovvero 4 miliardi di euro in più in nove anni.
Ad oggi, sono 1,2 milioni le famiglie che percepiscono il reddito e la pensione di cittadinanza, il che si traduce in quasi 3 milioni di persone. L’importo mensile medio erogato è di 524 euro. Per 193mila beneficiari il sussidio è finito: non hanno più i requisiti per incassarlo.
«Metterci una pezza», si diceva prima. Perché si tratta sempre di una misura temporanea che non risolve, certo, il problema delle famiglie alle prese con difficoltà economiche. Ed è qui che si attende la partenza definitiva delle politiche attive del lavoro. Circa 3,5 miliardi di euro verranno investiti in favore dei disoccupati, pescando dai programmi europei Next Generation Ue e React Eu, altri 3 saranno destinati alla formazione. Oltre all’assegno di ricollocazione previsto dalla legge di Bilancio e al programma Garanzia occupabilità lavoratori, il cosiddetto «Gol», per vincere la partita contro la povertà.