Regioni in ordine sparso sui ritorni in classe. Lunedì suonerà la campanella per le superiori in Umbria, Marche, Liguria e parzialmente in Campania.
La giungla della scuola: al netto di quanto deciso dal Governo, le Regioni hanno fatto in molti casi a modo loro, a seconda della curva dei contagi. A livello nazionale, dunque, il rientro in classe è stato scaglionato, dal 7 gennaio in poi.
Lunedì 25 sarà il turno di Marche, Umbria e Liguria per il ritorno alle lezioni in presenza alla scuola superiore al 50%. In Campania, torneranno a scuola i ragazzi delle medie, non ancora quelli di licei e istituti tecnici, il cui rientro è previsto per il primo febbraio.
In particolare, nelle Marche, una prima ordinanza del presidente della Regione Francesco Acquaroli era stata impugnata davanti al Tar: prevedeva la prosecuzione delle lezioni in dad per le superiori fino al 31 gennaio. Il Tar l’ha respinta perché, nel frattempo, il governatore ha emanato un nuovo provvedimento, quello attuale con dad e lezioni in presenza al 50%.
In Liguria, nelle prossime settimane, si valuterà un eventuale incremento della didattica tradizionale al 75% se i numeri dei contagi lo permetteranno.
Scuole chiuse e didattica a distanza solo nelle regioni rosse (a parte la prima media). Nel resto del Paese, asili nido, materne, elementari e medie avevano già ripreso, eccetto in Campania.
Ha iniziato il Trentino Alto Adige, dove gli studenti sono tornati in classe già il 7 gennaio. La Provincia autonoma di Bolzano, nonostante la zona rossa, ha deciso di continuare le lezioni in presenza. Dall’11 gennaio, sono state riaperte le scuole superiori in Valle D’Aosta, Abruzzo e Toscana.
Terzo scaglione il 18 gennaio, quando gli studenti delle superiori sono tornati a scuola – sempre in modalità graduale – in Molise, Lazio, Piemonte (dove si deciderà come regolarsi in base al monitoraggio quotidiano), Emilia Romagna. Qui, si era deciso di riprendere le lezioni in presenza dal 25, ma il Tar ha sospeso quell’ordinanza regionale, imponendo il rientro anticipato.
Per ultime, allo stato attuale, riapriranno Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Veneto, Puglia, dove le superiori rimarranno in dad fino al 31 gennaio.
Restano comunque le zone rosse (Sicilia, Provincia autonoma di Bolzano che però ha riaperto): bisognerà capire per quanto tempo lo resteranno per avere certezze sulla ripresa delle lezioni tradizionali.
In Sardegna, Regione arancione dal 24 gennaio, una ordinanza del governatore Christian Solinas firmata nelle scorse settimane ha previsto la didattica a distanza al 100% per le superiori fino al 1° febbraio.
Riaprono, infine, anche lunedì le scuole medie in Lombardia, dopo il pasticcio (ormai risolto in termini pratici) dei dati che avevano mandato la Regione in zona rossa da domenica scorsa e che, una volta corretti, la fanno tornare in arancione dal 24 gennaio. Quelle secondarie di secondo grado (cioè le superiori) potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l’organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture. «Regione Lombardia, per quanto di propria competenza – ha assicurato il governatore Attilio Fontana – ha già attivato le procedure affinché il trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture».