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Cassa Forense: come viene eletto il presidente

25 Gennaio 2021 | Autore:
Cassa Forense: come viene eletto il presidente

Ad aprile 2021, dopo l’approvazione del consuntivo 2020, il Comitato dei Delegati dovrà eleggere il nuovo Presidente di Cassa Forense. Per capire il meccanismo bisogna prendere in mano lo Statuto di Cassa Forense.  

Il Presidente di Cassa Forense (art. 9) è eletto dal Comitato dei Delegati, tra i suoi componenti, dura in carica 4 anni e può essere rieletto soltanto una volta, anche non consecutiva. L’elezione avviene nella stessa riunione in cui si procede al rinnovo parziale del Consiglio di Amministrazione.

La votazione avviene a scrutinio segreto e viene eletto il candidato che riporta la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto.

Qualora la prescritta maggioranza non venga raggiunta, si procede a nuova votazione. Qualora detta maggioranza non sia raggiunta, si procede a nuove votazioni finché non viene eletto il candidato che riporta la maggioranza dei voti espressi. Esaurita la formalità per l’elezione del Presidente, si procede all’elezione parziale dei Consiglieri di Amministrazione.

Il Consiglio di Amministrazione si rinnova parzialmente ogni 2 anni con l’elezione di cinque componenti per volta (art. 16).

All’elezione il Comitato dei Delegati provvede nella stessa seduta nella quale deve essere discusso e posto in votazione il bilancio consuntivo di cui al 2° comma dell’art. 37 dello Statuto, immediatamente dopo l’espletamento di tale incombente.

L’esercizio economico finanziario decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre di ciascun anno (art. 37).

Il bilancio preventivo deve essere approvato entro il 31 ottobre dell’anno precedente e il consuntivo entro il 30 aprile dell’anno successivo o comunque entro il termine previsto dalla legge.

Il Comitato dei Delegati è formato dal numero invariabile di 80 componenti, durano in carica 4 anni e sono rieleggibili soltanto due volte, anche non consecutive e quindi per tre mandati e questo in contrapposizione alla giurisprudenza formatasi sia in Cassazione che in Corte Costituzionale che, sia pure per COA e CNF si sono espresse per i due mandati.

Tra questi componenti andrà scelto il nuovo Presidente di Cassa Forense.

Poiché Cassa Forense ha urgente bisogno di una profonda riforma strutturale del suo sistema, ritengo che nella scelta dei candidati vadano fatte alcune delimitazioni un po’ come avviene per la Champions League nel senso che, a mio giudizio, andrebbero esclusi tutti i delegati che sono al terzo mandato e questo perché sono ineleggibili per Statuto alla prossima elezione del Comitato dei Delegati, tra due anni, e quindi si deve evitare il fenomeno cd. “dell’anatra zoppa” e cioè di un Presidente che prosegue per i restanti due anni nella sua funzione senza essere però più delegato.

La scelta dovrebbe poi cadere su un candidato che abbia i requisiti di particolare competenza e professionalità in materia previdenziale così da saper condurre proficuamente i lavori riformatori.

Sarebbe anche il tempo di vedere ai vertici di Cassa Forense una Collega dato che il momento è particolarmente complicato al punto che richiede delle grosse novità e sensibilità diverse.

Il nuovo Presidente dovrebbe poi essere scelto tra i cinquantenni e cioè da delegati lontani dal pensionamento e quindi da interessi pensionistici personali che li metterebbero in palese conflitto di interessi.

Questi dovrebbero essere i temi sui quali la base dell’avvocatura dovrebbe esprimersi per offrire ai delegati veri spunti di riflessione diversi dal cd. manuale cancelli, o tu dai una cosa a me e io una cosa a te.

Difficile, lo so, ma non impossibile se lo si volesse fare veramente.

Come diceva Aldo Moro «meglio sbagliare insieme che aver ragione da soli» perché, aggiungo io, il buon senso è sempre in minoranza.

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Fonte: Diritto e Giustizia



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