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Covid: quando arriverà l’immunità per colpa dei vaccini

26 Gennaio 2021 | Autore:
Covid: quando arriverà l’immunità per colpa dei vaccini

I ritardi annunciati dalle case farmaceutiche cambiano le previsioni: la campagna potrebbe concludersi ai primi del 2022.

I piani sono saltati. La previsione di raggiungere l’immunità di gregge in Italia, cioè di avere almeno il 70% dei cittadini vaccinati subito dopo l’estate, resta un’utopia. Ora, si dà per scontato uno slittamento proprio per colpa dei vaccini. Insomma, quello che doveva aiutarci ad uscire quanto prima dalla pandemia, rischia di complicarci la vita.

Il problema è quello noto: i ritardi nelle consegne delle dosi prima da parte di Pfizer, poi da AstraZeneca. Azioni legali a parte, agli italiani quello che interessa sapere è che cosa comporterà in termini di immunità. E di questo ha appena sentito il bisogno di parlare il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. Da una parte, si dice fiducioso sul raggiungimento dell’immunità a settembre, dall’altra ammette che non sarà facile. Con ogni probabilità, non si arriverà al livello sperato prima del 2022. Ancora un anno.

I numeri che cambiano le previsioni iniziali sono questi. AstraZeneca dovrebbe ottenere venerdì dall’Agenzia europea del farmaco il via libera al suo vaccino. Il problema è che consegnerà solo il 40% delle dosi annunciate: poco più di 3 milioni di fiale entro marzo anziché 8 milioni.

Questo significa che tra circa un mese (e se non ci sarà qualche altro colpo di scena) avremo in mano 14 milioni di dosi del vaccino anti-Covid a disposizione: 8,7 milioni di fiale di Pfizer, 3,4 milioni di AstraZeneca e 1,3 milioni di Moderna.

Con queste dosi si potrà completare la vaccinazione iniziata a gennaio di 2 milioni di operatori sanitari e di ospiti delle Rsa ed iniziare (con un ritardo di un mese sulla tabella di marcia) l’immunizzazione dei quasi 4 milioni e mezzo di anziani sopra gli 80 anni e dei 400mila cittadini con patologie gravi. Facendo due conti, questa prima fase si concluderà a primavera inoltrata.

Poi, dovrebbe partire la seconda fase, quella che porterebbe all’immunità di gregge. La quale, però, potrebbe slittare ancora per mancanza di dosi. Anche qui serve fare qualche conto.

In questa seconda fase, devono essere vaccinati una parte del personale scolastico e i cittadini con più di 65 anni. In totale, poco più di 13 milioni di persone, quindi circa 27 milioni di dosi per garantire il richiamo. Moderna e Pfizer, insieme, ne garantiscono 12 milioni entro giugno. AstraZeneca ne aveva promesse 26 milioni nel secondo trimestre ma, con il taglio del 60% appena annunciato, garantirà molte meno fiale (10,4 milioni più o meno). Insomma, ben che vada, si arriva a 22-23 milioni di dosi. Mancherebbero ancora 4 milioni di fiale e potrebbero garantirle, se tutto va bene, la Johnson & Johnson se riesce a mettere a punto e a farsi approvare il suo vaccino monodose. Se riesce, però.



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4 Commenti

  1. Chissà quando sarà possibile vaccinarsi ed essere tranquilli che ci sia la seconda dose per tutti. Ma perché non si organizzano in modo tale che conservano i richiami per chi si è già vaccinato così si evita di vaccinare la gente con il rischio che non si saprà quando sarà possibile fare la seconda dose? Robe da pazzi

  2. Vada per Pfizer, ma sinceramente temo la Johnson & Johnson viste tutte quelle vecchie questioni sui prodotti per bambini con rischi cancerogeni. Ci sono state cause importanti e gravi. Ecco non è che uno ha pregiudizi però….

  3. Qui la verità è che nemmeno loro si sono fatti i conti e prima fanno la campagna vaccinale come se fosse l’unica soluzione a questo virus e poi si perdono strada facendo… Mi auguro che siano in grado di sostenere tutte le cose già dette e che si apprestino a trovare una cura almeno

  4. Ma alcuni medici parlavano di plasma e di altre possibili cure. Come mai non se ne sente più parlare? Forse perché non fanno comodo alle case farmaceutiche???

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