Con la delegazione del Movimento 5 Stelle al Colle si chiudono le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Un Governo politico che parta dalle forze della maggioranza dell’ultimo anno e mezzo, con un patto di legislatura chiaro». È quanto ha detto il reggente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi al termine delle consultazioni al Quirinale.
Tra «le forze della maggioranza dell’ultimo anno e mezzo c’è anche Italia Viva». Crimi non fa precisazioni per escluderla. Quanto ha detto, dunque, salvo prossimi chiarimenti, va letto come un’apertura anche al partito di Matteo Renzi.
Subito dopo, la senatrice Barbara Lezzi invoca la messa ai voti online: «Nessuno veto a Italia viva e avanti con Conte? Lo decidano gli iscritti. Quello annunciato è un repentino cambio di linea – ha poi aggiunto Lezzi in un post su Facebook -, i due governo formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. E anche in questo caso è necessario».
La presa di posizione di Crimi sta provocando una discussione interna al Movimento e suona come uno schiaffo in pieno viso ad Alessandro Di Battista, che aveva espresso piena contrarietà alle porte aperte a Renzi.
Per il resto, Crimi ha espresso sostegno incondizionato al premier dimissionario Giuseppe Conte, com’era automatico aspettarsi. Il Movimento 5 Stelle non arretra di un passo e fa quadrato sull’«avvocato del popolo» insieme a Partito democratico, Liberi e Uguali e ai gruppi minori andati ieri a colloquio col capo dello Stato, per cercare di uscire dall’impasse della crisi.
I Cinque Stelle non vedono altro presidente del Consiglio che Conte. «Per noi – ha proseguito Crimi – l’unica persona in grado di condurre con serietà il Paese in questa fase è Giuseppe Conte. Nel corso dell’ultimo anno, in condizioni gravi e difficili, ha dimostrato senso di equilibrio, capacità decisionale e spirito di sintesi». Del resto, sono stati gli stessi Cinque Stelle a far decollare la carriera politica del premier dimissionario, di cui Crimi ha riepilogato alcuni successi, tra cui il Recovery Fund.
«I 209 miliardi del Next generation Eu, che parla delle nostre generazioni future, rappresentano uno strumento fondamentale per il rilancio del Paese – ha continuato Crimi -. In queste risorse non c’è solo l’ossigeno che può ridare vita alla nostra economia, ma quell’energia che può aiutarci a ricostruire il futuro dell’Italia e a consegnare una nuova società alle future generazioni. Una società che metta al centro la cultura e la formazione, che punti alla conversione sostenibile delle attività produttive, che rappresenti una opportunità anziché un ostacolo. E che faccia dell’innovazione il punto fermo intorno a cui ruota tutto questo».
Risorse che «abbiamo saputo conquistare – ha sottolineato il reggente dei Cinque Stelle – grazie a un’Italia forte, coesa, determinata, nuovamente protagonista in Europa. Grazie a un governo, a questo governo che ha saputo rappresentare questa Italia in Europa, grazie anche al grande lavoro di recupero della credibilità svolto dal Presidente Conte».
Non nomina mai direttamente Matteo Renzi, ma si dilunga sulla crisi di Governo. «Fatico a comprendere quel che sta accadendo, in un momento così delicato – ha detto ancora Crimi, all’uscita del Quirinale -. Non meritiamo quello che stiamo vivendo, c’è bisogno di stabilità, di rimboccarci le maniche e lavorare, ci vuole un nuovo corso. Solo lavorando seriamente potremo rialzarci. C’è un’Italia piena di energia che vuole lavorare e siamo stufi di certi teatrini». Queste ultime, ha spiegato, sono le parole che un sindaco di un paese di montagna terremotato ha scritto a Crimi in un sms privato.
«La politica deve rispondere adeguatamente risolvere i problemi – ha concluso -. Le ragioni della crisi sfuggono a noi, oltre che ai cittadini. Può oggi il Paese accettare che sia il momento dei veti, dei personalismi, dell’arroccarsi sulle proprie posizioni? O piuttosto chiede che sia il momento della responsabilità e della condivisione? È il momento di fare un passo avanti, tutti insieme. E farlo velocemente».