Sì al vaccino Covid AstraZeneca ma non per tutti


Via libera condizionato dall’Aifa: forte raccomandazione di somministrarlo solo a chi ha tra 18 e 55 anni. Si complica così la campagna vaccinale.
Via libera dall’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) al vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca. Come previsto, l’autorità ha autorizzato la distribuzione del siero ma ha posto una condizione non indifferente: potrà essere solo usato nella fascia d’età da 18 a 55 anni. O meglio: in teoria può essere utilizzato per tutti, ma c’è questa forte raccomandazione. Inoltre, l’Aifa ha sottolineato che il vaccino AstraZeneca non può essere paragonato in termini di efficacia agli altri due già presenti sul mercato, vale a dire Pfeizer e Moderna.
Non è detto, comunque, che resti sempre valida questa condizione: potrà essere rivista se l’azienda farmaceutica darà in futuro delle indicazioni diverse.
In questo modo, l’Aifa prende una posizione più rigida rispetto a quanto stabilito dall’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, che non aveva parlato di limitazioni nell’uso del vaccino. Più tollerante rispetto all’Aifa anche l’Agenzia tedesca, che lo aveva raccomandato per la fascia d’età tra 18 e 64 anni.
Ad ogni modo, si sottolinea che l’efficacia del vaccino è testata e, quindi, non si mette in discussione la sua efficacia. Le perplessità nascono «solo» dal fatto che è stato sperimentato su un numero ridotto di anziani, ma i test effettuati sono stati, comunque, soddisfacenti. Si tratta, dunque, di una scelta dettata dalla prudenza, non dalla diffidenza sul preparato.
Resta il fatto che la decisione dell’Aifa complica di non poco la campagna di vaccinazione di massa anti-Covid avviata in Italia. Per poter somministrare il siero agli over 55, infatti, restano due sole strade da percorrere. La prima, interpretare la decisione dell’Aifa non come un divieto assoluto ma, appunto, come una «forte raccomandazione». Difficile, però, che qualcuno voglia correre questo rischio, sia nell’inoculare il vaccino sia nel riceverlo. C’è, quindi, l’altra strada, ovvero quella di utilizzare gli altri due vaccini finora disponibili, cioè quelli di Pfeizer BioNtech e di Moderna. Entrambe le aziende, però, avevano annunciato nei giorni scorsi dei tagli alle forniture. Se lo step successivo a quello della vaccinazione del personale sanitario era quello di immunizzare la popolazione più anziana, le cose si mettono in salita: solo gli ultraottantenni sono quasi 4 milioni e mezzo.