Esenzione Imu per case contigue: a chi spetta


La risposta del Mef a Telefisco 2021 sulle abitazioni adiacenti dei coniugi: premiate quelle con accatastamento unico anche se appartengono a familiari diversi.
Due case, anzi una sola. È la situazione in cui si trovano molte famiglie italiane, che vivono in abitazioni contigue l’una all’altra ma sono accatastate come unità immobiliari differenti ed appartengono a proprietari diversi. Il caso più frequente è quello di intestazioni a persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare, come una coppia di coniugi.
Ora, su queste situazioni il ministero delle Finanze ha fornito una risposta durante il Telefisco 2021: quando le due case adiacenti l’una all’altra sono iscritte autonomamente in catasto e vengono utilizzate come unica abitazione dai coniugi l’esenzione dall’Imu per l’abitazione principale spetta, ma per uno solo dei due immobili. Bisogna, cioè, indicare in quale dei due i componenti del nucleo familiare dimorano e risiedono anagraficamente e così quell’unità abitativa potrà godere delle agevolazioni fiscali.
Questo perché le norme sulle agevolazioni fanno riferimento ad un’unica abitazione e non è possibile riconoscerla per entrambe, neppure nel caso in cui una di esse è di proprietà del marito e l’altra della moglie.
Si tratta, infatti, di componenti del medesimo nucleo familiare che hanno stabilito la propria rispettiva dimora e residenza in due immobili diversi, sia pure nello stesso Comune e adiacenti, con porte sullo stesso pianerottolo e magari comunicanti ma che rimangono iscritti in catasto come immobili distinti.
In tal caso, dunque, è possibile rientrare nell’esenzione se si procede ad un accatastamento unico, sempreché, ovviamente, i coniugi dimorino stabilmente in quell’appartamento e vi abbiano stabilito la propria residenza anagrafica. Altrimenti, i due subalterni distinti non possono essere considerati come un’unica abitazione.
Per il Mef, con l’accatastamento unico si realizza una «fusione ai fini fiscali» tale da superare la normativa catastale, secondo cui l’unificazione può avvenire solo se la proprietà degli immobili appartiene allo stesso soggetto. Invece, l’Agenzia del Territorio ammette la possibilità di accatastare insieme quei beni che «di fatto costituiscono, dopo i necessari lavori di adeguamento, una nuova ed unica unità immobiliare». Ed allora, in tali casi, entrambe le abitazioni possono andare esenti dall’Imu.
La posizione espressa dal ministero delle Finanze è diversa da quella sostenuta da una parte della giurisprudenza, che ammette la possibilità di applicare l’esenzione Imu per l’abitazione principale ai due immobili contigui. La Corte di Cassazione, invece, si è espressa in favore della tesi restrittiva: «il tenore letterale della norma è chiaro», dice la Suprema Corte in una recente sentenza, spiegando le profonde differenze dell’attuale regime Imu rispetto alle precedenti previsioni sull’Ici che ammettevano l’esenzione quando «riferita ad unità immobiliari contigue che, pur diversamente accatastate, fossero destinate ad essere in concreto utilizzate come abitazione principale del compendio nel suo complesso» [1].
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