Meloni è sola: Salvini non vuole più il voto


Al termine delle consultazioni, la Lega si dice disponibile a lavorare con Draghi: la leader di Fratelli d’Italia isolata all’opposizione. Show di Grillo.
La storia si ripete. Solo che questa volta Giorgia Meloni è rimasta sola. Nel 2018, quando Matteo Salvini diede un calcio al centrodestra per andare al Governo con il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia aveva Silvio Berlusconi come stampella nell’alleanza che, complessivamente, aveva ottenuto alle elezioni gli stessi voti dei grillini. Quando, quasi tre anni dopo, Matteo Renzi ha dato un calcio alla maggioranza di Governo spezzando le gambe della poltrona su cui sedeva Giuseppe Conte, tutto il centrodestra si era detto compatto nel chiedere le elezioni. «L’unica via maestra», avevano intonato in coro davanti a Sergio Mattarella alle consultazioni al Quirinale. Finché il Capo dello Stato non ha tirato fuori l’asso che aveva nella manica: quel Mario Draghi che ha scombussolato gli equilibri e rivoluzionato, forse in modo involontario, il panorama politico italiano.
È incredibile come possono cambiare le cose nell’arco di poche ore: dalla richiesta a Mattarella del voto «per il bene degli italiani» a valutare di entrare in un Governo di larghe intese in cambio di qualche ministero «per il bene degli italiani» a mettersi a disposizione di Draghi «per il bene degli italiani». Questa mattina, al termine del colloquio con Draghi, Salvini ha fatto dietrofront rispetto a quanto affermato una settimana fa al Colle: «Noi siamo a disposizione, la Lega è la prima forza del paese, abbiamo tanti parlamentari, governatori, migliaia di sindaci, noi riteniamo che non si possa andare solo a colpi di “no”, non abbiamo pregiudizi, a differenza di altri». A differenza di Leu, si capisce, che ieri ha detto chiaramente di appoggiare Draghi solo se la Lega non c’è al Governo. «Noi siamo il primo partito – precisa oggi Salvini –, bizzarro se partiti del 2% dicono “loro no” riferendosi a noi».
Nessun veto alla Lega, invece, dal Movimento 5 Stelle, con un Beppe Grillo che ha schivato la stampa all’uscita delle consultazioni con il presidente incaricato. Del resto, quello che aveva da dire l’ha detto prima di varcare la soglia di Montecitorio, con uno show di 45 minuti dedicato ai vertici del M5S. Il sunto: «Dobbiamo difendere i nostri temi, mettere l’ambiente al centro dell’agenda Draghi». Anche il premier uscente Giuseppe Conte ha preso la parola, spiegando che ora «sarà importante il perimetro della maggioranza, al momento non è importante sapere se io ne farò parte». Il che significa che non lo esclude. Tocca al capo politico, Vito Crimi, sintetizzare la posizione del Movimento: «Ci saremo, ma solo con un Governo politico».