Il capo della Lega sposa la linea europeista sugli sbarchi e si allontana da Fratelli d’Italia. Ma dal Carroccio arrivano le prime critiche.
Nessuno si aspetti di sentirgli dire che i porti vanno lasciati aperti e che le Ong stanno facendo un lavoro egregio nel Mediterraneo. Ma già la risposta che ha dato oggi ai giornalisti sul tema dell’immigrazione fa capire che Matteo Salvini ha cambiato rotta su questo come su altri temi. Tant’è che qualche piccolo alleato ed alcuni dei suoi uomini faticano a riconoscerlo e si respira aria di rottura.
Il tutto rientra nella svolta europeista del leader della Lega, che già di per sé è una notizia trattandosi di un leader politico che fino a ieri ha predicato il sovranismo e non ha risparmiato aspre critiche a Bruxelles. Oggi, Salvini è stato interpellato sullo sbarco nel porto di Augusta della nave Ong Ocean Viking con 422 persone a bordo. Il commento dell’ex ministro dell’Interno: «Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole. Bisogna coinvolgere l’Europa in quello che non è un problema solo italiano». Non una frecciata sui porti aperti né al Governo uscente né all’Unione europea. E come se non bastasse, il tema degli sbarchi non sarà nemmeno all’ordine del giorno della consultazione di domani con il premier incaricato, Mario Draghi, con il quale ha detto che parlerà «di salute e di lavoro».
La nuova posizione di Salvini allarga la crepa già aperta nel centrodestra. Non sarà un caso se oggi la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha voluto trattare proprio la questione dell’immigrazione con questo post sul suo profilo Facebook: «Per Fratelli d’Italia la difesa dei confini e la lotta all’immigrazione incontrollata di massa rimarranno priorità e in Parlamento continueremo a sostenere le nostre proposte: blocco navale al largo delle coste libiche per fermare le partenze, centri sorvegliati per chi entra illegalmente, rimpatri immediati per chi non ha diritto alla protezione internazionale e stop alle Ong taxi del mare. È in gioco anche la nostra credibilità in Europa, che da tempo chiede all’Italia di difendere i confini esterni e di non essere più la principale porta di accesso alla UE dell’immigrazione clandestina».
Salvini non solo non ha replicato, ma ha recitato il suo nuovo credo: «Sono orgoglioso di essere italiano, ma si può stare in Europa a testa alta, in particolare se l’Unione europea mette al centro l’interesse nazionale. Io non sono contrario all’Europa, se qualche potere forte dell’Europa aiuta l’Europa e l’Italia a curarsi evviva».
Parole che hanno avuto la loro eco. A Strasburgo, dove i parlamentari del Carroccio hanno chiesto l’allontanamento dal gruppo sovranista «Identità e democrazia» i tedeschi di Adf, critici nei confronti di Draghi, antieuropeisti e anti immigrati. Ma hanno agitato le acque anche all’interno della Lega: qualche europarlamentare mette in guardia Salvini sul rischio di entrare nel Governo: «Ci vogliono dentro per massacrarci – assicura Vicenzo Sofo -, Draghi, come Monti, è stato calato dall’alto».
Cerca di fare ordine il senatore leghista Francesco Giro, che definisce «concretista» la nuova linea adottata da Salvini: «Al sovranismo, la Lega ha fatto una scelta: il concretismo e l’amore per l’Italia – spiega Giro -. Vita reale, casistica, soluzioni sperimentali, modelli da applicare. Il lavoro è impostato su questa linea».
Salvini si è dimostrato il Quaqquaracquà che già molti dicevano. Questi suoi cambi di vestito vedremo quanto pagheranno alle prossime elezioni (quando ci saranno)