Omessa dichiarazione dei redditi: si applica il ravvedimento operoso?


Ho omesso la dichiarazione dei redditi: le sanzioni dal 120% al 240% possono essere sanate col versamento pari a 1/7 del minimo se la presentazione avviene entro due anni dalla scadenza?
La dichiarazione dei redditi si considera omessa quando viene presentata oltre 90 giorni dal termine di scadenza (entro tale termine, si parla, invece, di dichiarazione tardiva). La differenza tra dichiarazione omessa e dichiarazione tardiva è molto importante, in quanto le sanzioni per omessa dichiarazione non sono soggette a ravvedimento operoso. È quanto ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con circolare n. 42/E del 2016, ove ha effettuato il distinguo tra dichiarazione tardiva, dichiarazione integrativa e dichiarazione omessa, precisando le modalità operative dell’istituto del ravvedimento operoso.
Dunque, la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi entro novanta giorni dalla scadenza del termine ordinario di presentazione comporta l’applicazione della sanzione prevista per l’omessa presentazione della dichiarazione, compresa tra il 120% e il 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250.
Se, peraltro, la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo e, comunque, prima dell’inizio di qualunque attività amministrativa di accertamento di cui abbia avuto formale conoscenza, si applica la sanzione dal sessanta al centoventi per cento dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200.
La dichiarazione presentata oltre novanta giorni dalla scadenza del termine di presentazione è da considerarsi, comunque, omessa (cioè come mai presentata), con la conseguenza che le sanzioni non possono essere spontaneamente regolarizzate mediante l’istituto del ravvedimento operoso. Ne consegue che il lettore non può beneficiare della riduzione di 1/7 del minimo della sanzione prevista.
Articolo tratto da una consulenza dell’Avv. Maria Monteleone