Recupero dei periodi di collaborazione precedenti al 1996: chi può beneficiarne, come richiederlo, quanto si spende.
I contratti di collaborazione coordinata e continuativa, cosiddetti cococo, sono utilizzati da ben prima dell’istituzione della gestione Separata Inps. L’iscrizione presso questa gestione, nella quale sono accreditati i contributi dei professionisti senza cassa, dei lavoratori atipici e dei parasubordinati, come appunto i cococo (collaboratori coordinati e continuativi), è difatti obbligatoria solo dal 30 aprile 1996, o dal 31 luglio 1996 per i contribuenti già coperti, alla data del 30 marzo 1996, da contribuzione obbligatoria, figurativa o volontaria e per i pensionati diretti e indiretti.
Le collaborazioni coordinate e continuative si sono invece diffuse all’interno del nostro mercato del lavoro a partire dagli anni ’70, dopo una sorta di riconoscimento giuridico da parte della legge di riforma del processo del lavoro [1]. Ciò significa che i collaboratori coordinati e continuativi hanno lavorato per lungo tempo senza poter fruire dell’accredito della contribuzione previdenziale.
Ma, ai fini della pensione, il riscatto periodi cococo non contribuiti, anteriori all’istituzione della gestione Separata, è possibile? Fortunatamente, la legge Finanziaria 2000 [2] ha previsto la possibilità di riscattare i periodi di attività svolta in qualità di collaboratore coordinato e continuativo precedenti, all’istituzione dell’obbligo contributivo previsto dalla legge Dini e dalla normativa attuativa [3] presso la gestione Separata.
Un successivo Decreto interministeriale [4] ha disciplinato la normativa ed ha consentito di dare attuazione a quanto previsto, per tutelare i lavoratori parasubordinati.
Il riscatto dei periodi di collaborazione anteriori al 1996 può essere concesso, a domanda, al lavoratore oppure ai suoi superstiti: può coprire un massimo di 5 anni.
Ad oggi, i contratti cococo esistono ancora, ma alla maggior parte di essi si applicano le tutele del lavoro subordinato (cd. super cococo). In particolare, con riguardo ai collaboratori che beneficiano dell’applicazione della disciplina del lavoro subordinato, si devono applicare tutte le disposizioni lavorative, fiscali e contributive previste per i dipendenti, dagli assegni familiari al diritto a permessi e congedi, dall’orario di lavoro al diritto all’indennità di disoccupazione e alle ferie, in base all’attività esercitata. Non si applica, invece, la disciplina sui licenziamenti: ne abbiamo parlato in Nuovi contratti cococo.
Ma procediamo con ordine e facciamo il punto sul riscatto dei periodi di collaborazione anteriori all’istituzione della gestione Separata.
Indice
- 1 Riscatto cococo: requisiti
- 2 Riscatto cococo: quali periodi di collaborazione possono essere recuperati?
- 3 Riscatto cococo: quanto costa?
- 4 Riscatto cococo: come si paga?
- 5 Riscatto cococo: si può pagare dopo la pensione?
- 6 Riscatto cococo: i contributi sono utili a pensione?
- 7 Riscatto e costituzione rendita vitalizia cococo
Riscatto cococo: requisiti
L’assicurato, per poter ottenere il riscatto dei periodi di collaborazione coordinata e continuativa anteriori al 1° aprile 1996, deve essere:
- iscritto alla gestione Separata;
- con almeno un contributo mensile accreditato presso la gestione.
I periodi lavorati come cococo devono essere provati attraverso documenti di data certa, redatti all’epoca dello svolgimento della prestazione, dai quali si possa rilevare:
- l’effettiva esistenza del rapporto di collaborazione;
- la sua durata e i compensi percepiti.
Possono essere utili, ad esempio, dichiarazioni, attestazioni, il contratto di collaborazione, la dichiarazione dei redditi, le ricevute dei compensi erogati.
Le dichiarazioni rese ora per allora sono ritenute idonee a documentare la domanda di riscatto solo se rilasciate da pubbliche amministrazioni e firmate dai funzionari responsabili, in quanto basate su atti d’ufficio.
Riscatto cococo: quali periodi di collaborazione possono essere recuperati?
Possono essere riscattati esclusivamente i periodi di attività di collaborazione coordinata e continuativa svolta prima del 1° aprile 1996, a condizione che per gli stessi periodi non risulti già versata altra contribuzione presso altre gestioni previdenziali.
Il periodo massimo che può essere recuperato attraverso il riscatto è pari a 5 anni.
Se dalla documentazione allegata alla domanda risulta comprovato il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa ma non la sua durata, è consentito il riscatto dell’intero anno interessato (o del minor periodo richiesto) a condizione che:
- il periodo risulti privo di contributi, accreditati a qualsiasi titolo;
- i compensi percepiti dal richiedente siano di importo almeno pari all’ammontare del reddito minimo (o minimale di reddito) stabilito per lo stesso anno nella gestione speciale commercianti.
Se dalla documentazione allegata alla domanda non ci sono elementi che provino la durata del periodo e la documentazione dei compensi percepiti risulta carente, è consentito il riscatto per un periodo ridotto, corrispondente alla proporzione tra il reddito del richiedente e l’ammontare del reddito minimo stabilito per lo stesso anno nella gestione speciale commercianti.
Riscatto cococo: quanto costa?
Il costo del riscatto è determinato prendendo a base l’aliquota pensionistica di finanziamento della gestione Separata, vigente alla data della domanda di riscatto. In particolare, si applica:
- l’aliquota ridotta, nei casi in cui l’interessato sia assicurato presso un’altra forma di previdenza o risulti titolare di pensione alla data della domanda di riscatto;
- la maggiore aliquota contributiva, negli altri casi.
L’onere di riscatto deve essere calcolato con riferimento al compenso percepito nei periodi da recuperare, oppure con riferimento al reddito minimo stabilito per gli iscritti alla gestione commercianti (nei casi in cui la documentazione non sia idonea a dimostrare l’ammontare dei compensi). Il reddito deve essere rivalutato applicando la variazione dell’indice Foi (indice Istat dei prezzi al consumo per famiglie di operai e di impiegati), a partire dall’anno successivo a quello della sua percezione.
L’importo complessivo dei compensi da riscattare per ciascun anno non può comunque eccedere il massimale contributivo previsto per gli iscritti alla gestione commercianti.
Riscatto cococo: come si paga?
Il riscatto dei periodi di collaborazione può essere pagato:
- in un’unica soluzione, entro 60 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento stesso;
- in un massimo di 60 rate (su richiesta dell’interessato) di uguale importo e comunque non inferiori a 26 euro, con maggiorazione degli interessi legali al tasso vigente alla data di presentazione della domanda [5].
Il mancato pagamento entro il termine o l’interruzione dei pagamenti rateali determina la decadenza dalla facoltà di riscatto. Più precisamente:
- se l’interessato non effettua versamenti, l’Inps archivia la pratica;
- se l’interessato ritarda nel pagamento in un’unica soluzione o della prima rata, il versamento può essere considerato come nuova domanda, con conseguente rideterminazione da parte dell’Inps dell’onere dovuto;
- l’interruzione dei pagamenti rateali determina l’accredito nella gestione Separata di un periodo di contribuzione proporzionale a quanto versato al momento della sospensione, a partire dall’inizio del periodo di riscatto.
L’interessato può richiedere una rateizzazione inferiore rispetto a quella concessa dalla sede Inps, prima che sia trascorso il temine per il pagamento in un’unica soluzione o della prima rata (60 giorni).
Riscatto cococo: si può pagare dopo la pensione?
Il pagamento a rate non può essere concesso se la domanda di riscatto è contestuale alla domanda di pensione e non può proseguire oltre la decorrenza della pensione. In sostanza, se il contribuente va in pensione, è obbligato a versare l’intero onere di riscatto ancora dovuto.
Il versamento dell’onere residuo, in questo caso, deve essere effettuato nel termine perentorio di 60 giorni dalla data di ricezione del nuovo provvedimento; in caso contrario il periodo di riscatto viene ridotto dall’Inps in proporzione ai versamenti effettuati.
Riscatto cococo: i contributi sono utili a pensione?
I periodi di collaborazione coordinata e continuativa riscattati sono utili:
- per il conseguimento del diritto e per aumentare l’importo della pensione nella gestione Separata;
- per l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari prevista a favore dei lavoratori parasubordinati.
Riscatto e costituzione rendita vitalizia cococo
Il riscatto dei periodi di collaborazione coordinata e continuativa anteriori al 1° aprile 1996 non deve essere confuso con il riscatto dei periodi di cococo per i quali non siano stati versati i contributi dal committente e che risultino prescritti. in quest’ultimo caso, difatti, il lavoratore può chiedere la costituzione della rendita vitalizia. Ne abbiamo parlato in: Come recuperare i contributi non versati.
note
[1] Art. 409 c.p.c.
[2] Art.51 Co.2 L. 488/1999.
[3] Art.2, Co. 26, L.335/1995. Art.4, Co.1, DM 166/1996.
[4] Decreto interministeriale del 2 ottobre 2001.
[5] Circ. Inps 117/2002.