L’Agenzia italiana del farmaco ha vagliato una a una le segnalazioni. La stragrande maggioranza riguarda lievi malesseri.
Sono passati due mesi dall’inizio della campagna vaccinale anti-Coronavirus in Italia. Poco dopo il Vaccine Day, giornata simbolica del 27 dicembre 2020 per avviare le immunizzazioni in contemporanea in diversi Stati europei, sono iniziate le prime somministrazioni in tutto il Paese.
Si è arrivati, per ora, a oltre quattro milioni di dosi iniettate (precisamente 4.118.277), tra i sieri Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Tra i vaccinati, più di trentamila (esattamente 30.015) hanno inviato segnalazioni di reazioni avverse all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). L’equivalente dello 0,7% sul totale delle vaccinazioni.
La stragrande maggioranza ha riguardato gli effetti «classici», lievi e previsti del vaccino anti-Covid. In particolare, in tanti, tra i cittadini che hanno scritto all’Aifa, hanno segnalato febbre, nausea, brividi forti mal di testa, dolori ai muscoli e alle articolazioni e dolore localizzato nel punto del braccio in cui è stata eseguita l’iniezione.
Questo tipo di manifestazioni rappresenta il 93,6% delle comunicazioni inviate all’agenzia. «Eventi non gravi», è scritto nel report dell’Aifa, e anche in qualche misura attesi, essendo «in linea con le informazioni già presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini».
Una minoranza di segnalazioni, invece, pari al 6,1% del totale, ha riguardato reazioni gravi. Nel rapporto di farmacovigilanza, stilato dall’Aifa, si legge che, per questi effetti collaterali, «è in corso la valutazione del nesso causale con le vaccinazioni».
In genere, le reazioni si presentano il giorno stesso della vaccinazione o, tuttalpiù, il giorno dopo: così è stato nell’87% dei casi segnalati. Il grosso delle informative giunte all’Aifa dai pazienti ha riguardato il vaccino Pfizer (96% dei casi), il primo che è stato disponibile in Italia e di gran lunga più utilizzato rispetto agli altri. Di seguito, AstraZeneca (3% dei casi) e Moderna (1%).
Non si nota una differenza, nelle reazioni segnalate, da vaccino a vaccino. Per tutti e tre febbre, cefalea e tutte le altre manifestazioni elencate poche righe fa sono state quelle più ricorrenti.
L’Aifa ha anche ribadito che bisogna evitare al massimo gli sprechi e «cercare di ricavare il maggior numero possibile di dosi da ciascun flaconcino di vaccino, fatta salva la garanzia di iniettare a ciascun soggetto la dose corretta e la disponibilità di siringhe adeguate».
È di oggi l’annuncio della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen dell’arrivo imminente di altri quattro milioni di dosi di vaccino anti-Covid in Europa. All’Italia dovrebbero spettarne circa cinquecentomila (precisamente 532mila dosi, secondo una fonte di Palazzo Chigi citata da Repubblica).
Intanto, da domani, in Italia potranno vaccinarsi tutti i cittadini di età compresa tra i 70 e gli 80 anni. Le prime prenotazioni sulla piattaforma nazionale, gestita da Poste Italiane, sono iniziate oggi, ma non in tutte le regioni. Sono, infatti, soltanto sette quelle che hanno aderito alla piattaforma, voluta dal neo commissario straordinario all’emergenza, il generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, per evitare che le regioni procedessero in ordine sparso.