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Che succede se nessuno accetta l’eredità?

27 Luglio 2021
Che succede se nessuno accetta l’eredità?

In alcuni casi, il tribunale nomina il curatore per amministrare i beni del defunto.

Tuo padre è morto dopo una lunga malattia e tu sei il suo unico erede. Non hai né fratelli né sorelle e tua madre è deceduta tanti anni fa. Adesso, però, non vuoi avere niente a che fare con la successione dato che il vostro legame si era interrotto da tanto tempo. Ma che succede se nessuno accetta l’eredità?

Può capitare che una persona muoia senza lasciare eredi oppure che questi ultimi non accettino il patrimonio del defunto. In entrambe le ipotesi, è importante difendere i beni da eventuali appropriazioni illecite. Per questo motivo il tribunale, d’ufficio o su istanza di parte, provvede alla nomina di un curatore che ha il compito di amministrare e gestire l’eredità giacente. Ma procediamo con ordine ed esaminiamo la questione più da vicino.

Che succede quando muore una persona?

Alla morte di una persona si apre la successione ereditaria il cui scopo è quello di trasferire tutti i beni mobili e immobili del defunto (il cosiddetto de cuius) ai suoi familiari e ad altri soggetti.

Volendo tracciare una prima distinzione, possiamo dire che la successione può essere:

  • a titolo universale: vuol dire che l’erede subentra (per quota o per intero) nella totalità dei diritti e degli obblighi del defunto. Quindi, nel momento in cui si accetta l’eredità si prendono non solo i crediti ma anche eventuali debiti;
  • a titolo particolare: in tal caso, il successore subentra solo in uno o più rapporti patrimoniali del de cuius. In quest’altra ipotesi, non si parla di erede ma di legatario che diventa tale solo nel momento in cui viene aperta la successione e, per giunta, non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari.

Ancora, la successione si distingue in:

  • testamentaria: se il defunto ha scritto le disposizioni relative al suo patrimonio in un testamento (olografo, segreto, ecc.);
  • legittima: in mancanza di testamento (o se questo è invalido) è la legge che individua i chiamati all’eredità.

Come si diventa eredi?

A questo punto, ti è chiaro che la qualità di erede si acquista nel momento in cui, aperta la successione, si accetta l’eredità lasciata dal defunto. L’accettazione può essere:

  • espressa: quando avviene formalmente, cioè con un atto ricevuto dal notaio o dal cancelliere del tribunale del luogo dell’ultimo domicilio del defunto;
  • tacita: vale a dire quando il chiamato assume un comportamento che confermi la sua volontà di accettare i beni ereditari. Ad esempio, il semplice prelievo di denaro dal conto corrente del defunto è ritenuto incompatibile con l’intenzione di rinunciare.

Inoltre, va detto che è possibile accettare l’eredità con beneficio di inventario in modo da saldare eventuali debiti del de cuius non con il proprio patrimonio ma solo con i beni ricevuti in successione.

Il chiamato ha 10 anni di tempo per accettare, a meno che risulti già nel possesso dei beni (ad esempio, abita nella casa di proprietà del defunto). In tal caso, infatti, si hanno a disposizione solo 40 giorni per fare l’inventario e 90 giorni per comunicare l’accettazione.

Attenzione però: non vi è un obbligo di accettare l’eredità, nel senso che il chiamato potrebbe anche rifiutare il complesso dei beni del familiare deceduto. In questo modo, è come se non fosse mai stato chiamato e, quindi, i creditori non potranno pretendere alcunché per sanare eventuali posizioni debitorie.

Che succede se nessuno accetta l’eredità?

Si parla di eredità giacente nell’ipotesi in cui il chiamato all’eredità non abbia accettato e non sia nel possesso dei beni ereditari (eventualità che, come abbiamo visto, potrebbe avvenire dopo diversi anni oppure non avvenire affatto). In questa eventualità, su istanza delle persone interessate o d’ufficio, viene nominato un curatore che ha il compito di gestire ed amministrare il patrimonio del defunto onde soddisfare anche eventuali creditori.

La nomina del curatore avviene per decreto del tribunale (del luogo in cui si è aperta la successione) d’ufficio oppure su istanza di parte (ossia dei chiamati non in possesso dei beni ereditari, dei legatari, dei creditori, ecc.).

Una volta accettato l’incarico e prestato il giuramento, il curatore deve occuparsi dei seguenti adempimenti:

  • effettuare la redazione dell’inventario;
  • compiere gli atti urgenti e necessari;
  • amministrare l’eredità sotto la vigilanza del tribunale;
  • depositare il denaro che si ricava dall’eredità o dalla vendita dei beni del patrimonio del defunto;
  • pagare eventuali debiti ereditari e legati su espressa autorizzazione del tribunale;
  • eseguire la dichiarazione di successione.

Quando cessa l’eredità giacente?

Se l’eredità viene accettata, il curatore smette le sue funzioni senza che sia necessario un provvedimento del giudice. Altre ipotesi si verificano quando vengono meno i beni ereditari (perché, ad esempio, sono stati pagati i debiti del de cuius) oppure se l’eredità viene devoluta allo Stato. Invece, la cessazione della giacenza non si verifica se il curatore muore, rinuncia all’incarico oppure se lo stesso gli viene revocato. In tutti questi casi, infatti, il giudice provvede alla sua sostituzione con la nomina di un nuovo curatore.



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