Pasqua: le regole per i genitori separati o divorziati


La possibilità di andare a trovare i figli minori e di portarseli a casa. Quali sono i limiti che impediscono le visite.
Genitori separati o divorziati potranno incontrare i figli minorenni con cui non convivono anche durante il periodo di Pasqua, giorni in cui sarà in vigore un lockdown duro in tutta Italia simile a quello vissuto a Natale. Ciò non significa, però, che chi non abita più con i suoi ragazzi a causa di una separazione o di un divorzio possa muoversi liberamente, ovunque e quando gli pare: ci saranno, comunque, delle regole da rispettare, contenute sia nell’ultimo decreto legge anti-Covid sia nel Dpcm in vigore fino a dopo Pasquetta.
Va ricordato, innanzitutto, che già in questi giorni prima di Pasqua sono sparite in tutto il Paese sia la zona bianca, che interessava fino a settimana scorsa la Sardegna, sia le zone gialle. In arancione e in rosso, come ormai noto, c’è il divieto di uscire dal proprio Comune se non per motivi di salute, di lavoro o di comprovata necessità. Lo stesso vale per le festività del 3, 4 e 5 aprile, cioè per Sabato Santo, Pasqua e Lunedì dell’Angelo.
Ebbene, tra quei motivi di «comprovata necessità» che consentono gli spostamenti fuori dal proprio Comune c’è la visita dei genitori separati o divorziati ai figli minorenni anche nelle zone rosse. Il Governo, infatti, tramite le Faq che riguardano le norme anti-Covid pubblicate sul suo sito, conferma il diritto dei minori a mantenere rapporti significativi con il genitore con cui non abitano.
La possibilità per il padre o per la madre di andare a trovare i loro ragazzi comprende anche la mobilità tra regioni diverse, indipendentemente dal colore. I genitori che non abitano con i figli possono anche portarseli a casa per un periodo di tempo, se così è deciso dagli ex coniugi.
In ogni caso, sarà necessaria l’autocertificazione per giustificare gli spostamenti.
E fin qui, quello che si può fare. Dopodiché, c’è qualche limite. Il Governo chiede ai genitori separati o divorziati di non approfittare dello spostamento per andare a trovare i figli non conviventi per farsi una gita fuori porta. In sostanza, per raggiungere i ragazzi, i genitori dovranno compiere il tragitto più breve fra entrambe le abitazioni. Chi, ad esempio, per andare da Milano a Roma, passerà dall’Alto Adige verrà multato.
Inoltre, è necessario rispettare le prescrizioni sanitarie. Ad esempio, se il figlio deve rimanere in isolamento nella sua abitazione perché è stato a contatto con una persona positiva al coronavirus oppure è sottoposto a quarantena, il ragazzo non potrà muoversi da casa sua. Sia perché la misura sanitaria prevale sulle regole che riguardano le visite dei genitori, sia perché andare in giro quando si deve stare a casa in quarantena significa violare una regola, con le conseguenze che ciò potrebbe avere in futuro sulla competenza genitoriale. Vale lo stesso se sono il padre o la madre a trovarsi in quarantena: dovranno rinunciare alla visita senza che nessuno possa rinfacciargli nulla riguardo i suoi obblighi verso il minore.
Occorre, inoltre, osservare scrupolosamente le modalità per le visite che sono state stabilite dal giudice con i provvedimenti di separazione o di divorzio. In assenza di un provvedimento del genere, bisognerà attenersi all’accordo raggiunto tra gli ex coniugi.
Chi come me che abita in un altra regione ed ha i figli maggiorenni anche se da sei mesi e’ dal15 dicembre che non puo’ vederli..piu’ di 4 mesi.chi fa questi decreti sicuramente non e’ nelle mie condizioni…