Secondo un gruppo di ricercatori, per provare a frenare il decorso della malattia bisogna impedire alle cellule maligne di nutrirsi, dunque ridurle alla fame.
Anche i tumori hanno bisogno di nutrirsi, altrimenti non crescono e non attecchiscono sull’organismo umano. È il presupposto da cui è partito il lavoro di un gruppo di ricercatori, impegnati nella lotta contro il cancro.
Dunque, se il tumore per espandersi ha bisogno di nutrirsi, perché non tagliargli i viveri? Si può fare, come dimostra uno studio del Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute, un istituto di ricerca senza scopo di lucro che ha sede in California.
Il team di studiosi si è concentrato su un composto, l’Imd-0354, che si presenta come il miglior candidato a diventare un farmaco anti-tumorale, perché fornisce una risposta efficace alla domanda precedente: tagliando i viveri alle cellule tumorali, si può ottenere l’effetto di rallentare il decorso della malattia.
Lo studio, che è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Molecular Cancer Therapeutics, spiega in che modo il composto riesce a ridurre alla fame diversi tipi di cancro.
L’Imd-0354 prende di mira un gene chiamato Slc1A5, che ha la funzione di trasportare glutammina, un amminoacido che, insieme al glucosio, rappresenta una delle principali sostanze nutrienti dei tumori. Si tratta, peraltro, dello zucchero e dell’amminoacido più abbondanti nel sangue e ricavati dal cibo.
Una cellula tumorale, quindi, non è diversa da una cellula normale nella sua esigenza di nutrimento e nemmeno nelle sue fonti nutritive, ma sa mettere in atto meccanismi metabolici molto più rapidi per replicarsi e crescere, riuscendo a soddisfare un fabbisogno di energia superiore rispetto a quello di una cellula normale. In altre parole: le cellule cancerogene pompano quantità maggiori di glutammina, avendo bisogno di energia extra per ammalare l’organismo. Ed ecco perché, secondo gli studiosi, bersaglio della ricerca scientifica devono diventare i trasportatori di glutammina che sono coloro che portano il cibo alle cellule tumorali, permettendo loro una proliferazione incontrollata. In poche parole, ridurre il tumore alla fame per debilitarlo e sconfiggerlo.
Usare l’Imd-0354 come medicinale per attaccare il trasportatore di glutammina Slc1A5 equivale a tagliare i rifornimenti energetici alle cellule tumorali e, quindi, impedirne o ritardarne la crescita.
Questo può avere delle ricadute positive sulle aspettative di vita dei pazienti oncologici ed è una strategia che può essere impiegata nei trattamenti terapeutici di molte tipologie di cancro, compreso il melanoma, una forma di tumore della pelle.
Il team di studiosi californiani ha esaminato oltre settemila composti prima di arrivare a concludere che l’Imd-0354 può essere quello giusto. Si presta a diventare un candidato farmaco e un alleato prezioso nella lotta contro il cancro perché è quello che ha dato i risultati migliori, in termini di rallentamento della malattia.
I ricercatori hanno constatato che Imd-0354 è capace di inibire la crescita del tumore sia nella coltura cellulare sia nei topi con melanoma.