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Diritto alla disconnessione: cos’è?

1 Agosto 2021 | Autore:
Diritto alla disconnessione: cos’è?

Il lavoratore che esegue la prestazione da remoto o in modalità di smart working deve avere adeguati tempi di recupero delle proprie energie psicofisiche.

Sei un programmatore di software e lavori, per tutta la durata della prestazione lavorativa, attraverso il computer. Hai sottoscritto un accordo di smart working con il datore di lavoro e svolgi la tua attività da casa. Il numero di consegne che devi raggiungere giornalmente, tuttavia, non ti consente mai di alzarti dalla tua postazione e, spesso, ricevi delle mail anche dopo cena sul tuo cellulare. Ti chiedi se tutto ciò sia legittimo. Negli ultimi tempi, nell’ambito della gestione del personale, si è parlato molto di diritto alla disconnessione: cos’è?

L’utilizzo, da parte dei lavoratori, di strumenti informatici per rendere la prestazione di lavoro ha reso evidente il rischio di un eccessivo ritmo lavorativo e, in particolare, è stato riscontrato che molti dipendenti non riescono a ritagliarsi delle pause fisiologiche dagli strumenti di lavoro, funzionali alla tutela della loro salute.

Cos’è il lavoro agile?

Negli ultimi tempi, anche a causa della pandemia da Covid-19, moltissimi lavoratori hanno iniziato a svolgere la prestazione di lavoro al di fuori dei locali aziendali, da remoto. Il legislatore, anche al fine di contenere il contagio, ha dunque favorito lo strumento del lavoro agile o smart working, introdotto in Italia nel 2017 [1]. Si tratta di una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro, nell’ambito di un contratto di lavoro subordinato, in base alla quale il dipendente può lavorare in parte in azienda ed in parte fuori, senza particolari vincoli di orario o di sede di lavoro.

Inoltre, il lavoro agile può comportare anche l’organizzazione del lavoro sulla base di programmi, fasi e obiettivi, senza il rigido rispetto dell’orario di lavoro. Si tratta, senza dubbio, di una modalità di approccio al lavoro che guarda al futuro e che supera due elementi tradizionali della prestazione di lavoro: il luogo e l’orario di lavoro.

Lavoro agile: è necessario un accordo?

Nell’ambito della normativa emergenziale anti Covid-19, il legislatore ha consentito al datore di lavoro di disporre l’esecuzione della prestazione in smart working anche senza l’accordo con il dipendente, in modo unilaterale. La regola generale prevista dalla legge prevede, invece, che il lavoro agile venga deciso dalle parti tramite un apposito accordo di smart working che deve essere stipulato per iscritto e deve contenere:

  • l’indicazione della durata, ovvero, a tempo determinato o indeterminato;
  • la disciplina dell’esecuzione della prestazione di lavoro al di fuori dei locali aziendali;
  • eventuali indicazioni sulla rilevazione delle presenze;
  • i tempi di riposo del lavoratore;
  • le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro;
  • le modalità di esercizio del potere direttivo da parte del datore di lavoro.

All’accordo di smart working, inoltre, deve essere allegata un’informativa relativa ai rischi per la salute e la sicurezza del dipendente connessi alla particolare modalità di svolgimento della prestazione di lavoro.

Diritto alla disconnessione: cos’è?

Si è cominciato a parlare di diritto alla disconnessione poiché si è intravisto il rischio, per i lavoratori che eseguono la prestazione di lavoro tramite strumenti informatici, di un sostanziale azzeramento del confine tra vita lavorativa e vita extra-lavorativa (leggi Stress da Coronavirus: come conciliare lavoro e vita privata).

Il fatto di lavorare da casa, con il computer, e di avere magari l’app della mail aziendale installata sul proprio smartphone espone il lavoratore al rischio di essere sempre raggiungibile dal datore di lavoro, ad ogni ora del giorno e della notte, e di non poter dunque mai “staccare la spina” dal lavoro e dalle problematiche lavorative.

Per questo, nell’accordo di smart working, considerando che questo rischio è particolarmente evidente per chi lavora con modalità di lavoro agile, devono essere indicate le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.

Diritto alla disconnessione: quali rischi?

Il mancato rispetto di adeguati tempi di recupero dal lavoro espone il dipendente al rischio di problematiche psicofisiche come lo stress lavoro correlato (leggi Stress: sintomi).

Inoltre, restare per troppe ore attaccati alla postazione con videoterminale espone il fisico ad un sovraccarico sull’apparato muscolo-scheletrico e sulla vista. Per questo, la normativa in materia di sicurezza [2] prescrive che i lavoratori addetti al videoterminale devono effettuare delle pause di almeno 15 minuti per ogni 120 minuti di ininterrotto lavoro al pc.

Inoltre, la postazione di lavoro (seduta, monitor, scrivania, illuminazione) deve rispettare determinati standard a tutela della salute del dipendente.


note

[1] Art. 18 ss. L. 81/2017.

[2] D. Lgs. 81/2015.


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