Vaccino Covid: cosa cambierà con il nuovo sistema


Stop agli appuntamenti finché non si finisce il richiamo degli over 80. Il sottosegretario Sileri: da metà aprile, 500mila dosi al giorno, a partire dai giovani.
Più si accelera con la campagna vaccinale, più vicina sarà la fine dell’incubo del Covid. Continuano a ripeterlo governanti e scienziati, preoccupati sia per lo stallo nella distribuzione delle dosi sia per l’aumento dei contagi e delle vittime del coronavirus. Lo ha detto al Senato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, invitando – anzi, imponendo – alle Regioni di rispettare le disposizioni impartite dal Governo e, in particolare, al documento firmato un paio di settimane fa che, come ricordato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, «è pienamente vincolante».
Teorie a parte, sulla pratica, che cosa cambierà da adesso in poi affinché quell’accelerata nelle vaccinazioni diventi un fatto concreto? Se ne parla oggi nell’incontro tra il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ed i governatori. Il primo obiettivo delle Regioni è quello di vaccinare chi ha già preso l’appuntamento, in modo da eliminare la lista di attesa. Nel frattempo, verranno fermate le prenotazioni per le categorie dei servizi pubblici essenziali. «Stop alle telefonate», verrebbe da dire, per giornalisti, avvocati, dottorandi universitari, ecc., in modo da garantire la priorità agli anziani e alle persone più deboli. È su questo filone che la campagna si è dimostrata finora meno efficace e più disorganizzata.
La Fondazione Gimbe, escludendo dal totale gli anziani ricoverati nelle Rsa, svela che, ad esempio, in Sardegna ha ricevuto la prima dose circa il 31% degli over 80 e, di questi, è stato richiamato il 5,6%. In Lombardia, la seconda dose per i più anziani è arrivata a poco più del 15%, nel Lazio siamo a quasi il 28%. E dire che a febbraio questa fascia di popolazione doveva essere già stata immunizzata. Ecco perché si vogliono utilizzare le dosi a disposizione per finire di vaccinare gli over 80 prima di prendere nuove prenotazioni.
Verranno aperti, inoltre, nuovi punti straordinari in cui ricevere il siero. Saranno aperti almeno 12 ore al giorno e la permanenza media del cittadino sarà di 10 minuti.
Per quanto riguarda la distribuzione delle fiale, da metà aprile ogni Regione riceverà un quantitativo che rispecchi il numero di assistiti dal Servizio sanitario nazionale, escludendo gli over 80 che – almeno in teoria – da metà aprile dovrebbero essere a posto, e i minori di 16 anni che non possono ricevere il vaccino.
Da quella data, cioè da metà aprile, promette il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri, verranno inoculate 500mila dosi al giorno. «Serve una catena di comando chiara», ha detto questa mattina ai microfoni di SkyTg24. «Serve un controllo centrale con una persona che coordina con catene chiare e una linea di decisione che parte dall’alto e arriva al basso e dal basso vengono superati i problemi che l’alto risolve insieme al basso». In questo modo, ha aggiunto Sileri, «le cose possono andare bene progressivamente potete notarlo con le varie Regioni che si stanno uniformando e le cose che vanno sempre meglio».
Sileri, infine, ha proposto di fissare nei giovani la prossima priorità, proprio da metà aprile. Secondo il sottosegretario, infatti, «a decorrere da aprile saranno i giovani la fascia più esposta al coronavirus, perché il virus cerca casa e non troverà più posto nei soggetti più fragili. Certamente i giovani più difficilmente andranno in terapia intensiva e più difficilmente moriranno, però l’attività di tracciamento dovrà continuare per loro e poi si dovrà arrivare alla vaccinazione degli under 40».